Ci sono canzoni che non invecchiano. O che addirittura sono così vitali da ritrovare una seconda giovinezza, magari a 30 anni di distanza. Perché sono belle canzoni, innanzitutto, perché raccontano temi che ritrovi intatti, come in un lunghissimo fermo immagine. Ho visto anche degli zingari felici è una di queste. Una canzone di Claudio Lolli, inserita nell’album omonimo, del 1976. Una canzone con quel raro perfetto (e un po’ magico) equilibrio tra musica e testo. Oggi si riaffaccia dentro un disco di Luca Carboni (Musiche ribelli) e sembra scritta ieri, sembra il racconto dei nostri tempi, delle nostre paure. Onore al merito di Carboni, che ne ha fatto il singolo del disco, l’ha fatta circolare per le radio (così refrattarie alla canzone d’autore), arrivare a nuovi approdi. Lui si è augurato che «anche i nostri sindaci la riscoprano». Non pretendiamo tanto. Ci accontenteremmo che qualche comune cittadino si emozionasse per versi come questi: «E siamo noi, noi a far bella la luna/ con la nostra vita coperta di stracci e di sassi di vetro/ quella vita che gli altri ci respingono indietro/ come un insulto, come un ragno nella stanza».
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