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Zimbawe, domani le elezioni

Il 9 e 10 marzo lo Zimbabwe è chiamato alle urne per le elezioni presidenziali.

di Redazione

Da 2 anni il paese vive una profonda crisi. Nel febbraio 2000, il presidente Robert Mugabe ha lanciato una riforma agraria accelerata, per la ridistribuzione delle terre dei 4.500 coloni europei a favore della popolazione africana. Mugabe, al potere dal 1980, si era disinteressato per 2 decenni al problema fondiario lasciando che i proprietari di origine europea (l’1% dei 12,5 milioni di abitanti del paese) detenessero, a 20 anni dall’indipendenza, il 70% delle terre più fertili del paese. “Il problema della terra è reale”dice una fonte della Chiesa locale a Fides, ” ma Mugabe se ne serve in maniera demagogica per mantenere il proprio potere e quello del suo corrotto entourage. Mugabe, infatti, ha iniziato la campagna per l’occupazione delle terre dei bianchi, subito dopo che gli elettori nel referendum del 12-13 febbraio 2000 avevano votato contro un progetto di costituzione, che doveva rafforzare i poteri del capo dello Stato. Il ricorso a un provvedimento demagogico quale l’assalto alle fattorie degli europei è un modo per rafforzare un potere che inizia a vacillare.” Secondo l’opposizione, dal febbraio 2000 a oggi sono morte almeno 107 persone, la maggior parte uccise da sostenitori di Mugabe e dalla polizia. L’opposizione e le organizzazioni per i diritti umani denunciano anche torture, arresti illegali e scomparse di persone attribuite alle forze di sicurezza. Il 18 febbraio, l’Unione Europea ha imposto sanzioni contro Mugabe e altri dirigenti del paese dopo che il capo degli osservatori elettorali europei era stato espulso dal paese. Le sanzioni mirano a punire i governanti senza colpire l’assistenza umanitaria. Esse comprendono: la sospensione del visto per 20 alti dirigenti zimbabweani; il congelamento dei loro beni in Europa; la proibizione della vendita di armi e di ogni attività di assistenza e addestramento militare allo Zimbabwe. Il 20 febbraio anche gli Stati Uniti hanno preso misure analoghe. Il Commonwealth, di cui lo Zimbabwe fa parte, invierà 50 osservatori per la verifica del voto. In base al risultato, deciderà di adottare o meno delle sanzioni.


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