Politica
Zimbabwe: Sanzioni imposte dal 2002 dai Paesi occidentali
Ecco le misure decise dopo la denuncia di brogli alle elezioni del 2002 Harare
di Redazione
I paesi occidentali hanno imposto sanzioni ai membri del governo del presidente Robert Mugabe dopo la sua rielezione nel 2002, viziata da brogli a giudizio dell’opposizione e degli osservatori occidentali.
Unione Europea
Il 18 febbraio 2002, dopo l’espulsione del Presidente degli osservatori Ue alle presidenziali, l’Ue adotta una serie di sanzioni contro Mugabe e 19 suoi stretti collaboratori, che prevedono il congelamento dei loro beni in Europa e il divieto di viaggiare in territorio europeo. Le sanzioni prevedono anche l’embargo sulla fornitura di armi e di materiale militare. Negli anni successivi, l’elenco delle persone sanzionate dall’Ue arriva a comprendere 131 nomi, tra cui quelli dei responsabili coinvolti nella repressione delle manifestazioni dell’opposizione dell’inizio del 2007. Tuttavia, in deroga a tali misure Mugabe ha partecipato all’inizio di giugno al vertice Fao, al summit Ue-Unione africana a Lisbona del dicembre scorso e ai funerali di Papa Giovanni Paolo II nell’aprile del 2005. La Svizzera e la Norvegia si sono allineati all’Ue nel 2002.
Stati Uniti
Le sanzioni americane, imposte nel 2002 e nel 2003 e rinnovate ogni anno, riguardano 130 individui e una trentina di società, accusate di “ostacolare le riforme democratiche in Zimbabwe”. I loro beni negli Stati Uniti sono stati congelati e gli individui colpiti da provvedimento non possono viaggiare in territorio Usa. Le sanzioni riguardano anche le forniture militari e prevedono la sospensione degli aiuti non alimentari.
Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda, che ha approvato le prime sanzioni nell’aprile 2002, ha un elenco di 249 persone a cui è vietato soggiornare nel paese. Dal 2005, sono vietati anche i gruppi sportivi zimbabwiani.
Australia
Il 13 ottobre 2002, il governo australiano ha annunciato sanzioni simili verso alti rappresentanti del governo di Harare. Nel 2004, le misure hanno colpito anche i principali leader delle imprese di Stato, mentre lo scorso agosto l’Australia ha annullato i visti ai figli dei membri del regime, che studiavano nel Paese, espellendoli.
Commonwealth
Il 19 marzo 2002, una troika del Commonwealth (Sudafrica, Nigeria, Australia) annuncia la sospensione per un anno dello Zimbabwe dai consigli ministeriali dell’organizzazione. La stessa troika deve quindi decidere le misure da adottare alla luce della relazione degli osservatori inviati dal Commonwealth a monitorare le elezioni presidenziali. Gli osservatori scrivono che il voto si è tenuto “in un clima di paura”. Il 7 dicembre 2003, i capi di Stato e di governo del Commonwealth prorogano a tempo indeterminato la sospensione del Paese, lasciando però la porta aperta a un suo ritorno e affidando l’incarico di monitorare la situazione a un comitato di sei paesi. Mugabe bolla come “inaccettabili” queste condizioni e annuncia il ritiro dello Zimbabwe dal Commonwealth.
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