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Zimbabwe: Mugabe mette il bavaglio alle ong

Le organizzazioni non governative che vogliono lavorare in Zimbabwe devono chiedere un nuovo accredito e promettere di non immischiarsi di politica.

di Emanuela Citterio

Continua l’offensiva verso le ong da parte del governo dello Zimbabwe. Le organizzazioni non governative che vogliono lavorare in Zimbabwe devono chiedere un nuovo accredito e promettere di non immischiarsi di politica. “Al momento non c’è alcuna ong. Abbiamo chiesto a tutte le organizzazioni non governative di presentare una nuova domanda” di accredito, ha dichiarato il portavoce del governo, Bright Matonga.

Nei giorni scorsi il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe ha ordinato a tre ong di sospendere la loro attività di aiuti umanitari nel Paese: si tratta di Care, Save the children e Adra, tra le più importanti organizzazioni di volontariato internazionali, alle quali è stato revocato il permesso di distribuire viveri e sussidi in molte regioni del Paese africano, dove la popolazione è stremata da un’inflazione che ha raggiunto il 10mila per cento.

E ieri sera una fonte vicina all’Associazione nazionale delle Ong aveva fatto sapere che il governo aveva deciso di sospendere le attività di tutte le organizzazioni umanitarie “fino a nuovo ordine”.

Il clima politico è particolarmente caldo in Zimbabwe in vista dell’appuntamento elettorale del 27 giugno, data in cui Mugabe dovrà affrontare nel ballottaggio per la presidenza il leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) Morgan Tsvangirai. Mercoledì scorso Mugabe ha fatto arrestare tutto il vertice dell’Mdc, compreso Tsvangirai, che era tornato da una settimana in Zimbabwe per riprendere la campagna elettorale, dopo essere stato costretto negli ultimi sei mesi a riparare in Sudafrica.

Le poche notizie su come vive oggi la popolazione dello Zimbabwe arrivano dalle ong che lavorano ancora fra molte difficoltà sul terreno. Ma da oggi devono fare i conti con il bavaglio di Mugabe.


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