Politica
Zanin: la legge di stabilità rifinanzi il fondo per le adozioni
L'onorevole Giorgio Zanin (PD) ha presentato un'interrogazione per chiedere il rifinanziamento del Fondo per le adozioni internazionali già nella Legge di Stabilità 2016 e la trascrizione immediata in Italia della sentenza di adozione pronunciata all'estero, prima dell'effettivo arrivo del minore nel nostro Paese
Alla vigilia della presentazione della Legge di Stabilità 2016, l’onorevole Giorgio Zanin (PD) ha presentato una interrogazione a risposta scritta (che tra l'altro cita Vita) per chiedere al Presidente del Consiglio che sin dal disegno di legge di stabilità 2016 venga rifinanziato il fondo a sostegno delle adozioni internazionali, previsto dalla finanziaria 2005 ma di fatto sospeso dal 2011 (n. atto 4/10695, presentato il 9 ottobre 2015). lo segnala AiBi, sempre attenta nel monitorare le interrogazioni dei politici sul tema adozioni (sono più di 30 fra interpellanze e interrogazioni, con le firme di oltre 200 parlamentari, ma il Governo per ora ha risposto solo a tre).
Zanin ricorda come nella legge di stabilità 2015 sia stato previsto un incremento di 5 milioni di euro il fondo per le adozioni internazionali, ma ciononostante la CAI con il comunicato del 31 gennaio 2015, ha affermato che è stata «costretta a finanziare i rimborsi per le adozioni concluse nel 2011 con le risorse assegnate e destinate al sostegno delle adozioni internazionali nell'anno 2013 (disponibili da marzo 2014) e nell'anno 2014», non potendo procedere quindi ai rimborsi per gli anni successivi fino all'esaurimento di quelli del 2011.
Di fatto ad oggi sono stati effettuati parte dei rimborsi sul 2011, per gli anni successivi non c’è nulla. Da qui la richiesta di rifinanziare il fondo per le adozioni, tenendo conto anche – dice Zanin – del fatto che sono «coinvolte 3.000 famiglie nel 2012 (nel 2006 erano oltre 6.000), che soli 5 milioni di euro si potrebbero destinare 1.600 euro a famiglia».
Zanin ricorda che «nell'ambito dell'adozione internazionale, diversi Paesi – ad esempio la Repubblica democratica del Congo, ma anche Colombia e Bielorussia – hanno assunto decisioni che rischiano di compromettere la possibilità di portare a termine l’iter adottivo iniziato o in fase di completamento in base agli accordi precedentemente presi». Ripercorre la vicenda della RDC, ricordando fra l’altro come l’Italia nell'ambito dell'iniziativa per la cancellazione del debito dei Paesi più poveri e indebitati lanciata dal Fondo monetario internazionale e Banca mondiale, «ha cancellato ben 519,26 milioni di euro, cifra inferiore solo a quanto cancellato per il Mozambico». Ha ricordato che in RDC «la situazione umanitaria che si è venuta a creare per i bambini con il blocco delle adozioni è drammatica, poiché gli istituti – a corto di disponibilità economiche – non sono in grado di poter accogliere altri minori bisognosi». Per questo nell’interrogazione chiede al Governo «se vi sia un monitoraggio dei minori e delle famiglie italiane complessivamente coinvolte in percorsi di adozione bloccati per procedure indipendenti da enti e cittadini italiani» e «quali iniziative umanitarie a tutela dei minori adottati da famiglie italiane si intendano promuovere in attesa dello sblocco delle adozioni in Congo e negli altri Paesi che hanno assunto decisioni che rischiano di compromettere la possibilità di portare a termine l’iter adottivo iniziato o in fase di completamento».
Tra le proposte Zanin avanza anche quella di «prevedano l'immediata trascrizione in Italia della sentenza di adozione pronunciata in Paese straniero, prima dell'effettivo ingresso del minore nel nostro Paese», «a tutela anche giuridica dei minori e delle famiglie italiane che hanno percorso il lungo iter per l'adozione internazionale»: una soluzione già adottata in alcuni Stati dell'Unione europea, tra i quali il Belgio.
Foto Getty Images
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