Economia

Zamagni: «Non c’è nulla di irreversibile nel capitalismo»

Le disuguaglianze sono sempre più radicate nel sistema. Non servono bonus o interventi occasionali per ridurre una forbice che si sta allargando ogni giorno di più: «è urgente ripensare quelle strutture, alleandosi per un nuovo umanesimo». Il tema è affrontato nell'ultimo libro dell'economista: Disuguali (Aboca edizioni)

di Marco Dotti

Povertà e disuguaglianza vengono spesso confuse. I giudizi si sovrappongono, le proposte e i rimedi durano il tempo di un lancio d'agenzia. Chi è povero, oggi? Chi è disuguale?

L'indice multidimensionale di povertà (MPI), elaborato nel 2010 , ha un vantaggio: non dice solo "chi" è povero e in quale zona del mondo risiede, ma si concentra sul come. Come si è poveri, oggi? Quali dimensioni della nostra esistenza vengono toccate, intaccate, spesso compromesse dalla povertà? E la disuguaglianza?

Secondo il Rapporto Illuminating inequalities, elaborato nel 2019 dall'UNDP (United Nations Development Program) e dall'OPHI (Oxford Poverty and Human Development Initiative), su una popolazione globale di 7 miliardi di persone, 1,3 miliardi vivono in condizioni di povertà multidimensionale.

Liberi ma disuguali?

Con un punto importante, che è al centro dell'ultimo libro di Stefano Zamagni, Disuguali. Politica, economia e comunità: un nuovo sguardo sull'ingiustizia sociale (pagine 182, euyro 14), uscito per Aboca Edizioni.

Ecco il punto: non c'è correlazione tra disuguaglianza economica e il valore dell'indice multidimensionale di povertà. Non solo perché la disuguaglianza è tutt'ora misurata con l'indice di Gini, elaborato negli anni Trenta del secolo passato. Le ragioni sono più strutturali e diverse. Con una conseguenza evidente, che emere dal Rapporto di UNDP e OPHI: due terzi dei poveri multidimensionali vivono in Paesi considerati non poveri.

Essere uguali non vuol dire condurre la stessa vita degli altri, ma poter decidere quanto non essere uguali agli altri. Essere uguali significa poter realizzare la propria diversità

Stefano Zamagni

«Fino a tempi recenti, il tema delle disuguaglianze è sempre stato considerato al di fuori del campo d’interesse del mainstream economico, quale si è imposto nella professione a partire dagli anni Settanta del secolo scorso», spiega Zamagni., che aggiunge: «la questione distributiva era considerata una questione afferente le sfere dell’etica e della politica e pertanto non rilevante per il discorso economico».

Negli ultimi quarant'anni, spiega nel libro Zamagni, l'indice di Gini e gli altri indicatori con i quali si misura la diseguaglianza del reddito ossia della ricchezza (ricordiamo che il reddito è un concetto di flusso, ma la ricchezza è un concetto di stock) hanno però conosciuto un aumento ignoto alle fasi precedenti.

LEGGI ANCHE:

Ciò che fa problema, oggi non è tanto l'esistenza di poveri e ricchi, Ciò che fa problema è perché la distanza che separa i poveri dai ricchi anziché diminuire, aumenta. Davanti alla portata di questo problema, un analista che si ponga seriamente davanti alla realtà non può che parlare di disuguaglianza strutturale.

Progresso e sviluppo

Un'analisi che, oggi, deve fare i conti anche con le nozioni di sviluppo e di progresso. Due nozioni spesso dissociate nel mainstream econo,ico. Eppure, ci racconta Zamagni, in senso etimologico, «sviluppo indica l’azione di liberare dai viluppi, dai lacci e catene che inibiscono la libertà di agire». È stato soprattutto ad Amartya Sen a insistere sul nesso tra sviluppo e libertà: «sviluppo come processo di espansione delle libertà reali di cui godono gli esseri umani».

Sviluppo indica l’azione di liberare dai viluppi, dai lacci e catene che inibiscono la libertà di agire. Il termine indica il passaggio da una condizione a un’altra e, quindi, chiama in causa la nozione di cambiamento

Stefano Zamagni

In biologia, sviluppo è sinonimo di crescita di un organismo. Nelle scienze sociali, invece, «il termine indica il passaggio da una condizione a un’altra e, quindi, chiama in causa la nozione di cambiamento». Ed è in tal senso che il concetto di sviluppo è associabile a quello di progresso.

Ma che cosa significa, oggi, parlare di progresso in una dimensione di crescita anche delle disuguaglianze? Ed è qui che il pensiero di Zamagni si fa tagliente: «significa ripensare il senso, ripensando il legame sociale e la linea del tempo. Detto in altri termini: non c'è nulla di irreversibile in questo capitalismo». Ripensare le disuguaglianze, oggi, significa riorientare questa linea del tempo, riconnettere il legame sconnesso.

Capire che libertà e disuguaglianza non sono più, in questo mondo, presupposti per un orizzonte compatibile con l'umano.

Appuntamento al 10 novembre

► Il libro di Stefano Zamagni, Disuguali. Politica, economia e comunità: un nuovo sguardo sull'ingiustizia sociale (Aboca edizioni, pagine 182, euro 14) sarà al centro del prossimo Aboca Talk martedì 10 novembre.

► Al dibattito, oltre a Stefano Zamagni parteciperanno l'AD di Aboca Stefano Mercati e Marco Dotti (Vita). Seguiteci, perché trasmetteremo il Talk anche sui nostri canali social.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.