Non profit

Zamagni: “Ma l’università non pensi di far da sola”

Parla il fondatore del primo corso in Economia non profit (di Maddalena Bonicelli).

di Redazione

«Non contiamo negli ambiti internazionali, siamo decisamente indietro se pensiamo che negli Usa le università da 40 anni dedicano addirittura dei dottorati di ricerca al non profit». Stefano Zamagni, che pure è stato fondatore nel 1996 della prima esperienza di corso di Economia non profit in Italia nella sede di Forlì dell?Università di Bologna, lancia un campanello d?allarme. Certo c?è un segnale che lo stesso Zamagni interpreta come un primo segno in positiva controtendenza: l?accordo firmato tra la Conferenza dei rettori delle università italiane e il Forum del Terzo settore per la diffusione nel sistema universitario di corsi e discipline sul non profit. Ma, si chiede Zamagni, «ora che abbiamo questa convenzione, come procediamo per darle corpo?» Ad avviso del professore sono almeno due i pericoli: «Per quanto mi riguarda bisogna evitare che si utilizzi questa convenzione, come spesso è accaduto, solo per creare dei posti di lavoro; e poi che l?università si chiuda, pensando di attivare corsi di master e di laurea e di poter ?fare da sola? per realizzarli: sarebbe un errore. L?interazione tra il mondo della produzione del sapere e l?esperienza è indispensabile. Bisogna trovare delle forme di compartecipazione che, senza nulla togliere alla specificità dell?università, si aprano alla società civile». Zamagni ricorre a un?efficace espressione inglese: ?tacit knowledge?. «Questo è un ambito in cui il sapere necessario non è codificato, ma si presenta sempre come ?tacit knowledge?. Averne coscienza è molto importante»

Maddalena Bonicelli

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