Non profit
Zamagni: “Entro l’anno trasformiamola in Autorità”
Presentato il Libro bianco sul terzo settore
Quale Welfare. Con quali caratteristiche? Appoggiandosi a quali dinamiche: sono alcuni degli interrogativi che Giuseppe De Rita, presidente del Censis, ha posto nel pomeriggio durante l’incontro di presentazione del Libro bianco sul terzo settore. Questioni di non poco conto, anche perché, fin qui è mancata da parte dei soggetti di Terzo settore una percezione di sé come di appartenenti a un sistema. E quindi non si è sviluppata una visione complessiva che possa produrre una strategia coerente (anche per quanto riguarda il Welfare territoriale e comunitario). Quali si propone il volume nella cui introduzione Stefano Zamagni, senza mezzi termini, scrive del terzo settore come di un Prometeo incatenato e da slegare. Questo Prometeo incatenato “deve essere liberato da “lacci e costrizioni di varia natura, sia giuridico normativa sia economico-organizzativa ed anche, forse in prevalenza, di natura culturale. Il terzo settore deve capire di essere a pieno titolo soggetto di sistema – ha concluso -, non deve pensarsi con una logica vittimistica, come fosse una ruota di scorta rispetto ad ‘altri’: può influenzare la società, contribuendo a un miglior funzionamento di tutti i soggetti che a vario titolo intervengono nelle comunità”. “Così da contribuire ad assecondare il progresso morale e civile del Paese. Questo Libro Bianco, mentre identifica i più urgenti nodi che devono essere sciolti per dare ali al terzo settore, getta le basi per una ricentratura, sia culturale sia istituzionale, delle organizzazioni e movente ideale”.
Questioni alle quali sia Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo settore, che Luigi Bobba, deputato Pd che fa parte della Commissione Lavoro, non hanno voluto sottrarsi. È evidente, ha detto Olivero, che il terzo settore ha sempre più la necessità di interpretare e intervenire nella realtà comprendendone le aspirazioni. “Non a caso, alcuni mesi fa, abbiamo lanciato la discussione del Libro verde. Siamo consapevoli del ruolo che possiamo svolgere. E da questo punto di vista un dibattito ambio certo aiuta”. Riferendosi inoltre al volume, Olivero ha affrontato altri due temi cruciali. Anzitutto la questione della rappresentanza (e della rappresentatività), un nodo vero e da sciogliere bene e presto, e poi quella del rapporto con l’economico. Dal canto suo Bobba ha indicato sette passi, quasi un programma di legislatura (la prossima?). Tappe che ha esemplificato con chiarezza: la riforma del Codice civile, la realizzazione di una legge quadro (che promuovi il Terzo settore), la razionalizzazione della fiscalità, l’istituzione di una Borsa sociale, il ricorso al voucher come strumento di libertà, il servizio civile obbligatorio e la trasformazione dell’Agenzia in una vera e propria Autorità. Un punto sul quale Stefano Zamagni, nelle sue conclusioni, ha voluto insistere: non aggraverebbe i costi dello stato (al contrario potrebbe ridurre il lavoro delle Entrate e della magistratura ordinaria), potrebbe avere voce in capitolo per quanto riguarda la governance democratica delle associazioni e svolgere una funzione di controllo anche per quanto riguarda il cosiddetto welfare di secondo livelli (dalla sanità leggera ai servizi di cura). Una trasformazione che il professore auspica sia realizzata entro l’anno.
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