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Zamagni: ecco come sarà il nuovo 5per mille

Le proposte dell'Agenzia per le onlus

di Maurizio Regosa

Reduce da un workshop tenuto in Rai e dalla presentazione della nuova pagina del Televideo (la 369), dedicata al terzo settore, il presidente dell?Agenzia per le onlus, Stefano Zamagni, è piuttosto soddisfatto.

Vita: Professore, com?è andato l?incontro in Rai?
Stefano Zamagni: Molto bene. Al seminario hanno partecipato oltre 60 persone, fra direttori di rete e di testata, conduttori, giornalisti anche delle sedi regionali. Da parte Rai c?è più che un interesse ad aprire spazi alle tematiche del terzo settore. Paradossalmente ci hanno ringraziato per averli sollecitati ad andare in questo senso. Il nodo va risolto a livello politico.

Vita: In che senso?
Zamagni: Ci hanno detto: «Se ci venisse un?indicazione saremmo i primi a raccoglierla». Nel seminario ho svolto una relazione intitolata Perché la Rai ha bisogno del terzo settore. Un titolo che li ha scossi. Hanno capito e mi hanno dato ragione: se la Rai deve fare informazione su ciò che accade nella realtà italiana, deve tener conto della presenza forte del terzo settore. Se non se ne parla, si fa una violenza alla realtà.

Vita: Ma perché aspettare un?indicazione del cda?
Zamagni: Occorre sensibilizzare i piani alti. Proporrò un protocollo d?intesa e un incontro con il cda Rai per dare concretezza al seminario. Ora abbiamo questa pagina del Televideo da aggiornare settimanalmente?
Vita: Sta per entrare in vigore il nuovo contratto di servizio, ma nessuna delle novità annunciate ha preso forma?
Zamagni: Per la prima volta è previsto ampio spazio al terzo settore. Va però ricordato che il cda è bloccato da mesi?

Vita: E sul 5 per mille?
Zamagni: Con l?Agenzia delle Entrate si è trovata una consonanza. Ho motivo di ritenere che la prossima Finanziaria conterrà la proposta congiunta dell?Agenzia per le onlus e delle Entrate.
Vita: Cosa proponete?
Zamagni: Quattro cose. Attuare i controlli per campionamento in modo da impiegare al massimo due o tre mesi. Controllare 500 soggetti, con questo metodo, sarebbe sufficiente. Secondo, abbiamo chiesto il congruo anticipo di almeno il 30% della cifra: questi soggetti non possono aspettare un tempo così lungo.

Vita: Poi?
Zamagni: Che i beneficiari tengano una contabilità separata relativa ai fondi 5 per mille. Non è possibile che finiscano nel calderone senza che il cittadino possa sapere come i suoi emolumenti sono stati utilizzati. Del resto come Agenzia abbiamo intenzione, ogni 3 o 4 anni, di fare delle indagini perché il cittadino deve essere informato, se vogliamo credere alla trasparenza.

Vita: Quarto punto?
Zamagni: Togliere dall?elenco dei beneficiari gli enti pubblici. Il 5 per mille deve essere dato in applicazione del principio di sussidiarietà. Gli enti pubblici -Comuni, Province, università – non hanno titolo in questo senso. In questa maniera si riduce la platea. Stiamo poi studiando un meccanismo perequativo. I primi 48 enti non profit hanno ottenuto l?85% dei fondi del 2006. Che gli enti più grossi abbiano qualcosa di più è giusto. Ma non in tale proporzione?

Vita: Una fase di grande fermento?
Zamagni: Non c?è dubbio. La commissione di lavoro con l?Istat per il censimento 2009 ha avviato i lavori. Vorremmo pubblicare insieme al Cnel il rapporto annuale sul terzo settore. Intanto abbiamo ottenuto una sede presso la Presidenza del Consiglio e una presso il Cnel, a Roma.

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