Non profit
Zaccaria, il saio e la libert
Il commento di un lettore sulla conferenza sui mezzi d'informazione tenutasi durante il Convivio dei Popoli a Riccione
Carissimo Bonacina, ero presente al Convivio dei popoli a Riccione nell?affollata conferenza sui Mezzi di informazione come nuove armi da guerra e ho ascoltato con attenzione le relazioni di Giulietto Chiesa, di Roberto Zaccaria ma soprattutto la sua. La riflessione che ha fatto su un?esperienza intensa, indipendente e ormai quasi decennale come quella di Vita mi ha molto colpito. Soprattutto quando ha avvertito del pericolo, indotto proprio dai mass media, di essere «cittadini di un Paese che non c?è», del pericolo, cioè, delle indignazioni a comando su un agenda che non ci appartiene, che non appartiene alla società civile ma al teatrino della politica. Perciò non mi ha troppo stupito la sua reazione alla proposta di Roberto Zaccaria, di Giulietto Chiesa e, mi è parso, anche caldeggiata dal portavoce del Forum del Terzo settore Giampiero Rasimelli, di una grande mobilitazione nazionale per un referendum a difesa della libertà di informazione. Mi ha piuttosto stupito lo stupore della platea e la reazione stizzita di Zaccaria. Continui così.
Romeo Gandolfi, Vercelli
Carissimo Romeo, grazie per gli apprezzamenti e l?incoraggiamento. Vede, il tema della libertà dell?informazione è un tema troppo serio per poterci scherzare e per farlo cavalcare a chi è stato da poco scalzato dai ponti di comando della lottizzazione partitica e se ne serve oggi per poi ritornarci, o per costruirsi una carriera alternativa. Nella discussione cui lei si riferisce, Roberto Zaccaria incitava la società civile ad appoggiare la sua iniziativa politica che prevede quattro referendum sui temi della giustizia, dell?informazione, del lavoro e della pace, «per restituire legalità al nostro Paese», è stato detto testualmente da Zaccaria. Io non ho nulla contro le conversioni e i convertiti, purché questi prima di chiamare altri alla mobilitazione abbiano il coraggio di dire pubblicamente «Fratelli, ho peccato» cospargendosi il capo di cenere. Caro Gandolfi, Roberto Zaccaria ha ricoperto incarichi in Rai per 20 anni, dal 1977 al 1993 come consigliere d?amministrazione nominato dalla Democrazia cristiana, dal febbraio 1998 al febbraio 2002 come presidente Rai per l?Ulivo, per 20 anni è stato uno dei protagonisti della peggiore lottizzazione e come presidente ci ha regalato una delle stagioni peggiori del sociale in Rai, perciò mi chiedo con che coraggio oggi saltabecchi da una manifestazione all?altra per incitare alla rivolta. Ma va là, Zaccaria, metti prima il saio! Come ho detto a Riccione, alla crescita di esperienze di libera stampa non servono né strateghi, né generali, né tantomeno ex generali. Servono spazi di libertà reali, buoni prodotti e tanti lettori.
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