Cultura

Youssou N’ Dour e il volto positivo dell’Africa

Ieri il più famoso cantante africano si è esibito a Milano, unica tappa italiana del suo tour. E ha scatenato tutta la sua energia nel pezzo dedicato all'Africa.

di Emanuela Citterio

“Africa, credi in te stessa”. A lanciare il messaggio è stato ieri sera il cantante senegalese Youssou N’ Dour durante il suo unico concerto italiano, all’Alcatraz di Milano. “Non esistono solo la povertà e l’Aids, l’Africa è un continente pieno di vita, ha un volto positivo che non è raccontato” ha detto prima di cantare uno dei pezzi più celebri dedicato all’Africa. Durante il concerto ha cantato soprattutto in wolof, la lingua nazionale senegalese.

Youssou N’ Dour è il musicista africano più conosciuto dal pubblico del rock, grazie anche alle sue collaborazioni con personaggi come Peter Gabriel, Paul Simon, Sting e Neneh Cherry. Ha sviluppato un genere di musica popolare, il mbalax, che è un misto tra le tradizionali percussioni usate nei canti di preghiera, con arrangiamenti Afro-cubani. La sua musica mescola ritmi africani, caraibici e pop, alla ricerca della perfetta unione tra le radici della sua terra e il panorama contemporaneo, spaziando dall’utilizzo della lingua inglese a quella francese, ma non rinunciando all’espressività del wolof.

Nato il primo ottobre del 1959 nella Medina, uno dei quartieri storici di Dakar, in una famiglia di griots (i cantastorie, personaggi chiave della cultura africana), N’Dour mette subito in luce il suo straordinario talento. “Sono nato con il dono del canto: ho una missione da compiere”, racconta. E così, praticamente bambino, inizia a cantare nelle cerimonie dei battesimi e delle circoncisioni. A 16 anni realizza il suo primo singolo, “M’ba,” e diventa già una star della radio. Da allora la sua carriera è stata un continuo crescendo, fino ai milioni di copie vendute per ogni album dagli anni 90 ad oggi.


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