Emergenze

Yemen, popolazione allo stremo: servono più aiuti umanitari

L'organizzazione umanitaria Intersos, insieme ad altre 97 organizzazioni, attraverso un documento congiunto, chiede alla comunità internazionale un aumento dei finanziamenti per lo Yemen. Il Paese sta ricevendo solo il 32,1% degli aiuti di cui avrebbe bisogno nel 2023

di Redazione

Dopo oltre otto anni di conflitto, in Yemen il 75% della popolazione, oltre 21,6 milioni di persone, per vivere continua ad avere bisogno degli aiuti umanitari: soffrono l’insicurezza alimentare, la mancanza di accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, la mancanza di servizi sanitari di qualità e l’alto rischio di colera e altre malattie mortali. Circa 18 milioni di persone, in particolare donne e bambini, necessitano di protezione e assistenza psicosociale, mentre si stima che 209mila migranti e più di 71mila rifugiati e richiedenti asilo continuino a necessitare di assistenza umanitaria in tutto il Paese. Inoltre, lo Yemen rimane uno dei territori più contaminati al mondo, con residui bellici esplosivi che causano morti e feriti, in particolare tra i bambini. 

Una realtà drammatica che 98 organizzazioni, tra internazionali e nazionali, attraverso un documento congiunto, hanno voluto far tornare sotto i riflettori proprio nelle stesse ore in cui gli Stati membri si sono riuniti a New York per la 78esima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

I firmatari, tra cui figurano 60 organizzazioni della società civile yemenita, 31 organizzazioni non governative internazionali e sette agenzie delle Nazioni Unite che operano in Yemen, chiedono a gran voce alla comunità internazionale di sostenere lo Yemen investendo in un pacchetto finanziario economico per favorire la ripresa economica e la creazione soluzioni durature. Allo stesso tempo, chiedono di non ignorare i continui bisogni umanitari. «Il divario tra i bisogni e i finanziamenti è aumentato costantemente negli ultimi cinque anni», si legge nel testo, «e oggi il Piano di Risposta Umanitaria 2023 per lo Yemen è finanziato solo al 31,2% rispetto al fabbisogno totale di 4,34 miliardi di dollari che servono quest’anno».

«I livelli preoccupanti di finanziamento nel 2023», spiega il documento, «avranno anche un impatto negativo sulla società civile e sulla sua capacità di operare»

Nello specifico le organizzazioni firmatarie chiedono agli Stati membri di:

– aumentare i finanziamenti umanitari, dal punto di vista della qualità e della flessibilità, in linea con il Piano di risposta umanitaria 2023, in modo che le Nazioni Unite, le ong e, in particolare, le organizzazioni della società civile yemenita, comprese quelle che sostengono le donne e le ragazze, siano in grado di soddisfare i bisogni umanitari e di evitare una regressione dei guadagni;

– Garantire l’equità dei finanziamenti tra i vari settori, compresi quelli tradizionalmente sottofinanziati, come la sanità, l’istruzione e l’assistenza psicosociale e legale, tenendo presente che il sostegno umanitario in questi settori ha un ruolo determinante nella ripresa a lungo termine e nel futuro del Paese;

– Garantire che i finanziamenti umanitari siano resi disponibili il più presto possibile nel corso dell’anno e che continuino a intervalli regolari nel corso dell’anno per consentire la fornitura di servizi senza interruzioni.

– Lavorare a stretto contatto le organizzazioni per aumentare la coerenza tra gli aiuti umanitari e quelli destinati allo sviluppo, in uno spazio che sostenga e incoraggi gli sforzi di pace inclusivi.

– Oltre agli aiuti umanitari, sostenere lo Yemen investendo in un pacchetto finanziario economico volto a stabilizzare le valute locali, a sostenere e consentire l’importazione commerciale di prodotti di base nel Paese e a sostenere soluzioni per un meccanismo di pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici.

Credit foto apertura ufficio stampa Intersos

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