Famiglia

Yemen, la piaga del traffiking

Intersos: tra le rifugiate del Corno d'Africa dilaga la tratta

di Redazione

Dall’inizio del 2012 le donne vittime del trafficking, la tratta di esseri umani, che riescono a raggiungere il centro di assistenza -Drop in center- del campo di Kharaz e quello del sobborgo di Basateen sono in forte aumento. ‘Sono tutte giovani ragazze di 18-19 anni, che dalla Somalia e dall’Etiopia attraversano lo stretto di Bab el Mandeb su imbarcazioni di fortuna e arrivano in Yemen, ma ora è cresciuto il pericolo della tratta’ racconta Domenica Costantini, esperta di Protezione INTERSOS.


 ‘Viaggiano sole, e sono dirette in Arabia Saudita in cerca di lavoro e di una vita lontano da guerra e fame, ma molte di queste non possono venire subito al nostro campo di accoglienza perché vengono fermate dai trafficanti che le sequestrano, le violentano e le rendono schiave’.
 Il team di donne INTERSOS che si occupa di accogliere e assistere le donne rifugiate ascoltano storie sempre più violente, continua Domenica ‘sono storie estreme, almeno 10 ragazze al mese riescono a fuggire dalle mani dei trafficanti, dai luoghi desertici dove vengono tenute e fatte lavorare. Ci raccontano che i loro aguzzini oltre a derubarle e sfruttarle, le minacciano estorcendo soldi alle famiglie nei loro paesi d’origine per la loro liberazione’.  


 La sicurezza dei rifugiati che giungono in Yemen è sempre più a rischio dall’inizio della crisi politica del paese, gli scontri violenti e l’instabilità hanno lasciato il campo libero alla criminalità organizzata che sfrutta l’enorme flusso di rifugiati in arrivo dal Corno d’Africa.‘Da quando abbiamo accolto le tante ragazze stuprate abbiamo attivato un servizio di supporto legale specializzato per le vittime di trafficking: prima assistiamo le ragazze con aiuto psicologico e materiale per proteggerle dalla violenza, e il nostro avvocato specializzato segue il percorso di denuncia e di segnalazione alle autorità dei trafficanti’ spiega Domenica dallo Yemen. ‘Finora siamo riusciti a far bloccare i trafficanti di origine somala o etiope, in effetti i meno organizzati, ma è un lavoro molto lungo anche perché la legge yemenita non prevede il reato di tratta degli esseri umani noi spingiamo per far cambiare il codice penale. E’ necessario quindi proteggere le donne per impedire che cadano nella rete dello sfruttamento al loro arrivo’.

Nei Drop in Center l’8 marzo è festeggiato dalle donne rifugiate con un incontro comunitario. La vita in Yemen si è trasformata per decine di donne somale e etiopi che hanno lasciato il loro paese, e che devono ripensare il loro ruolo nella famiglia e con i loro mariti, la consapevolezza dei loro diritti è la chiave per difenderli.

 


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