Famiglia

«Yalla Italia» piccole leader crescono

La redazione tutta al femminile del nostro mensile

di Redazione

«Raccontiamo storie speciali di donne che partecipano ogni giorno alla prosperità di questo Paese. Vicende di donne che uniscono la cultura d’origine e quella ospitante per crearne ricchezza» La questione di genere sembrava superata in Europa quando le libertà personali delle donne sono state rivendicate e ottenute, alla fine degli anni 60. Oggi, con l’arrivo di nuovi volti femminili, più colorati, velati o ancora troppo simili a quelli delle donne italiane, nuove costruzioni mentali si edificano e tanti dubbi vengono a galla. La contrapposizione tra l’immagine che si ha di sé e quella che si ha dell’altro rimanda a pregiudizi spesso enfatizzati dai media ma anche fortemente ancorati nelle nostre menti. Spesso le questioni sull’identità poste da altri, risvegliano domande mai formulate. Specie quando si è donna, araba, musulmana, “frutto” dell’immigrazione (sono nata in Tunisia, arrivata in Italia a 21 anni; oggi ne ho 31, insegno al Politecnico, sono sposata con un italiano e insieme aspettiamo un bambino). Quando una redattrice dell’International Herald Tribune ci ha chiesto come mai nella redazione di Yalla Italia – di cui faccio parte – la presenza femminile era così preponderante, siamo rimaste senza parole. Non ci eravamo mai poste questa domanda. Le dinamiche di gruppo hanno portato alla formazione di un mosaico di personalità, quasi tutto composto di donne, che vivono la medesima religione con religiosità diverse, che hanno mille cose in comune e altre mille divergenti.
Le donne in ogni Paese, in ogni cultura e per ogni religione quando hanno avuto accesso allo studio, sono state dei motori primordiali nella società. Noi facciamo parte di queste donne. Non diamo risposte uniche su questioni come quella del velo o dei matrimoni misti ma le nostre posizioni sono chiare sul valore della donna nell’ambito familiare, sociale e politico. Come tutte le donne, musulmane e non, condanniamo le violenze contro il genere femminile e combattiamo qualsiasi tentativo di giustificarle.
Ma la violenza che subisce una donna musulmana in Italia non è solo inflitta da uomini. Tante donne, immigrate e italiane, diffondono un’immagine sottomessa della donna musulmana. Questo sguardo stigmatizzante spinge le immigrate a chiudersi completamente al dialogo con il mondo che le circonda. Noi, ragazze di Yalla Italia, non ci stancheremo mai di combattere tale violenza.
Raccontiamo le storie speciali di donne che partecipano ogni giorno alla prosperità di questo Paese. Vicende di donne che uniscono la cultura d’origine e quella ospitante per crearne ricchezza. Che non hanno paura di questo “tetto di vetro”, barriera invisibile di discriminazioni doppie che impedisce loro di assumere un ruolo nella società italiana. Che privilegiano il “fare”, il “vivere insieme” e le sfere in cui si sentono più competenti come il sociale. Che, vivendo oggi in una società più aperta rispetto a quella d’origine, possono pretendere di essere promotrici della loro vita. Fra queste donne ci siamo noi, ragazze di Yalla Italia, ma ci sono anche centinaia e centinaia di altre donne che, nel loro piccolo, lontano dai media, continuano a camminare verso un futuro sempre migliore. Perché noi donne pretendiamo sempre il meglio e spesso ci arriviamo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA