Famiglia

XV Giornata dei Diritti dell’Infanzia: Cnca, “adulti assenti”

Questa l'accusa che il Coordinamento Nazionale Comunita' di Accoglienza fa in occasione della XV Giornata internazionale dei Diritti dell'Infanzia in programma per domani

di Giulio Leben

Gli adulti sanno solo consigliare cosa comprare, ma non come e per che cosa crescere. A denunciarlo e’ il Coordinamento Nazionale Comunita’ di Accoglienza (Cnca), che in occasione della XV Giornata internazionale dei Diritti dell’Infanzia in programma per domani, sottolinea come ”in questo quadro piu’ ricco di ombre che di luci non sorprende che il sistema illegale di controllo del territorio sia spesso in grado di offrire ad adolescenti e giovani proposte ben piu’ allettanti”. ”Il mondo degli adulti – sostiene l’associazione – non e’ in grado di assicurare, nel nostro paese, le condizioni fondamentali per favorire la crescita dei propri figli, che finiscono cosi’ per essere ‘modellati’ dal mercato dei consumi. E le sperimentazioni piu’ innovative per aiutare minori e famiglie non vengono trasformate in normali modalita’ del sistema dei servizi”. Secondo il Cnca ”le ragioni di preoccupazione sono diverse. La prima e’ quella piu’ insidiosa e pervasiva: il continuo riferirsi ai bambini, da parte del sistema economico, come a potenziali consumatori o induttori di consumi (per le pressioni fatte sui propri familiari). Qualcuno ha parlato di questa mercificazione dell’eta’ minorile come di un vero e proprio ‘furto’, una spoliazione della propria individualita’ in funzione di modelli massificati e superficiali”. ”In secondo luogo, a fronte della notevole capacita’ di penetrazione e di seduzione del mercato, assistiamo a una sempre maggiore difficolta’ da parte della scuola e della famiglia, cioe’ dei luoghi che tradizionalmente sono deputati alla formazione dell’identita’ dei piu’ giovani, a rispondere a tale compito. Cio’ vuol dire che gli adulti sanno solo consigliare cosa comprare, ma non come e per che cosa crescere”. Infine, ”va sempre ricordato il successo che modelli di comportamento ispirati a violenza e illegalita’ hanno nel mondo degli adulti e, contemporaneamente, in quello di bambini e adolescenti”. Eppure, secondo l’associazione, ”qualcosa e’ stato tentato e realizzato, o almeno progettato. Le buone pratiche messe in atto con la legge 285 hanno indicato alcune piste di lavoro e raggiunto risultati; tuttavia, queste esperienze non sono state tesaurizzate come punti di forza di tutto il sistema dei servizi sociali. E cosi’ la decisione di chiudere, alfine, gli istituti per minori non ha portato a definire piani di accompagnamento e monitoraggio di un obiettivo cosi’ necessario e impellente. Al solito, sono i ragazzi immigrati a scontare la privazione piu’ clamorosa di diritti fondamentali: piu’ si avvicinano alla maggiore eta’, piu’ perdono garanzie e tutele”.


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