Sostenibilità

WWF: solo Ciampi può fermare la legge delega

In una lettera le associazioni ambientaliste chiedono al Capo dello Stato uno stop al regolamento in materia ambientale

di Redazione

Le associazioni ambientaliste (Acli Anni Verdi, Ambiente e Lavoro, Amici della Terra, FAI, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Fare Verde, Green Cross , Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Società Speleologica Italiana, VAS, WWF) hanno rivolto un ultimo accorato appello al Presidente della Repubblica, quale supremo garante, per chieder di arrestare l¹iter di approvazione del Decreto Legislativo di riforma della normativa ambientale licenziato dal Consiglio dei Ministri in data 10 febbraio 2006. Da tempo infatti molte delle associazioni di protezione ambientale si oppongono al provvedimento censurandolo non solo sotto il profilo procedurale, ma anche di merito. Il decreto abbassa in maniera evidente i livelli di tutela dell’ambiente e rappresenta un attacco senza precedenti alla normativa ambientale, frutto di anni di lavoro e di ricerca. Risulta poi disatteso quello l’obiettivo della delega di semplificare le leggi ambientali, armonizzandole con le più recenti norme comunitarie, per renderle comprensibili ed applicabili da parte degli amministratori e degli operatori economici. Già in passato ci eravamo rivolti al Capo dello Stato per segnalare i rischi e le situazioni di illegittimità che oggi trovano conferma e vengono aggravate nel provvedimento. Sono numerosi i punti che in questi mesi le associazioni ambientaliste, il mondo accademico, gli enti locali ed anche gran parte del mondo produttivo censurano al testo di decreto, ed oggi ancora una volta vogliamo segnalare alcune delle norme che in maniera macroscopica rendono il provvedimento censurabile sotto il profilo della legittimità costituzionale e della coerenza con la normativa comunitaria in tema ambientale. «La vicenda non si chiude con questo atto del Governo» – dichiarano i portavoce delle scriventi associazioni – «ci batteremo affinchè il testo venga modificato nella prossima legislatura, sperando di riuscire a farlo prima che ci venga imposto dall’Europa…per non parlare dei danni all’ambiente che potrebbero derivare da quanto previsto dal Decreto».

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