Sostenibilità

WWF scrive a Berlusconi per chiedere rispetto impegni sul clima

“Il nostro Paese è in forte ritardo”, denuncia l’associazione ambientalista

di Francesco Agresti

Il 31 marzo scadono i termini previsti dalla direttiva europea sulle Emissions trading (?mercato delle emissioni?), il primo vero banco di prova della serietà dell?impegno italiano per il clima, ma ad oggi ben pochi impegni concreti sono stati assunti nel nostro Paese, nonostante la ratifica del Protocollo di Kyoto?. E? quanto sottolinea il WWF in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai ministri dell?Ambiente Altero Matteoli e alle Attività Produttive Antonio Marzano, nella quale l?associazione chiede di rispettare la scadenza prevista dalla Direttiva (il 31 marzo 2004) e di riconfermare l?impegno italiano alla riduzione di gas-serra, rendendo finalmente operativi gli obiettivi di limitazione delle emissioni contenuti nella Delibera CIPE, promuovendo tecnologie più efficienti, combustibili puliti e fonti di energia rinnovabile. La Direttiva 2003/87/CE (approvata proprio sotto la Presidenza italiana) prevede la predisposizione del Piano di allocazione nazionale che determina le quote totali di emissioni di anidride carbonica e altri gas serra per ogni Paese, e le modalità dell?assegnazione delle quote, suddivise per settore industriale.

?Il nostro Paese?, scrive il presidente del WWF Italia, Fulco Pratesi, ?arriva alla scadenza della presentazione del Piano di allocazione nazionale con un sensibile ritardo rispetto alla data ultima prevista dalla Direttiva. Ad oggi, mentre alcuni Paesi, come il Regno Unito, hanno già presentato il proprio piano alla Commissione Europea, l?Italia non ha ancora recepito la direttiva nella propria legislazione?. Il WWF e? preoccupato del fatto che l?Italia sembra intenzionata a mantenere un sistema energetico basato per l?85% su combustibili fossili bruciati in centrali di grande potenza, carbone compreso: la fonte fossile più inquinante. Il Governo e molte industrie?, sottolinea il WWF, ?sembrano fortemente impreparate ad un sistema di controllo e scambio di emissioni: siamo ancora indietro nello sviluppo di tecnologie quali la cogenerazione in piccoli impianti allacciati a reti di teleriscaldamento per promuovere l?efficienza energetica?.

Il WWF è anche preoccupato delle indiscrezioni secondo le quali i ministeri dell?Ambiente e delle Attività Produttive si appresterebbero a rivedere gli obiettivi settoriali di emissione definiti dal Piano di Azione Nazionale (Delibera Cipe) a beneficio del settore elettrico. Un disimpegno del settore elettrico si tradurrebbe infatti, si legge nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, in un ?ricorso ai meccanismi flessibili consistenti in esportazione verso Paesi in via di sviluppo ed economie emergenti di tecnologie pulite, o realizzando in questi stessi Paesi progetti di ampliamento delle superfici forestali?. Una modesta operazione di facciata che porterà in futuro l?Italia ad accrescere il proprio gap tecnologico e la competitività nel mercato mondiale. Se prevarrà questa impostazione c?è il rischio che il Piano di Allocazione Nazionale finisca per rappresentare una ?messa in discussione degli impegni di Kyoto? e che il mercato delle emissioni in Italia nasca sotto i peggiori auspici, in barba alle opportunità che esso offre.

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