Volontariato
WWF: occorre continuare sulla sua strada
L'associazione ambientalista ricorda la Premio Nobel per la Pace
di Redazione
Mancherà a tutto il WWF l’energia e la concretezza di Wangari Maathai, ambientalista, biologa keniota e prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace, nel 2004, per “il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”.
Con il Green Belt Movement da lei fondato ha dato un grosso contributo per fermare la deforestazione in Africa e non solo.
Come dice Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia: «Wangari Maathai era molto concreta e credeva nell’impegno diretto. Ha avuto inoltre una grande capacità di ‘connessione’. Uno dei grandi problemi che oggi abbiamo è quello di avere una cultura disgiunta, che ci fa vedere le cose come se fossero fra di loro separate. Wangari Maathai è sempre riuscita a mettere in connessione i grandi problemi della battaglia ambientale con la giustizia sociale e soprattutto con la democrazia, riconoscendo prima di altri l’importanza di tenere vivo e in salute l’ambiente naturale per poter mantenere in buone condizioni ed equilibrio anche la popolazione che lo abita. Occorre continuare su questa strada per avere un Pianeta capace di futuro»