Sostenibilità

WWF: le dighe minacciano i grandi fiumi

Secondo un rapporto dell'associazione ambientalista in molti casi danni all'ecosistema e alle popolazioni sono superiori ai benefici

di Francesco Agresti

La costruzione indiscriminata di dighe sta minacciando i fiumi più grandi e più importanti del mondo: lo Yangtze in Cina, il rio La Plata nell’America del sud, il Tigri e l’Eufrate nel Medio Oriente sono sempre più concretamente minacciati da queste costruzioni. La denuncia è contenuta in un rapporto del WWF, ‘Fiumi a rischio’. La ricerca identifica i 21 fiumi più esposti al pericolo costituito da dighe progettate o in costruzione. Mostra che oltre il 60 per cento dei 227 fiumi più grandi del mondo è stato spezzettato dalle dighe, con conseguente distruzione delle zone umide, declino nelle specie d’acqua dolce – compresi delfini di fiume, pesci ed uccelli – e trasferimento forzato di decine di milioni di persone. Il rapporto evidenzia come lo Yangtze sia il fiume maggiormente a rischio, con 46 grandi dighe progettate o in costruzione. Anche il Rio delle Amazzoni e il Danubio sono inclusi nella lista. Il rapporto conclude che i governi non stanno applicando le raccomandazioni della Commissione Mondiale sulle Dighe (WCD) per quanto concerne i loro progetti. Di conseguenza, i benefici che le dighe assicurano – quali energia idrica, irrigazione e servizi di monitoraggio delle inondazioni – sono spesso inferiori ai corrispondenti svantaggi ambientali e sociali. Per esempio, gran parte dell’acqua fornita dalle dighe viene sprecata, principalmente a causa di impianti di irrigazione inefficienti: ogni anno vengono così buttati via fino a 1.500 trilioni di litri di acqua, cioè 10 volte la quantità consumata annualmente nell’intero continente africano. “Le dighe sono una benedizione e una sventura insieme, i benefici che forniscono si pagano spesso con alti costi ambientali e sociali”, dice Ute Collier, capo della Dams Initiative WWF. “E’ raro che a godere dei benefici forniti dalle dighe, come i rifornimenti di acqua pulita e utile per l’alimentazione, siano le stesse persone che soffrono più da vicino gli svantaggi dovuti a queste costruzioni?. Secondo il rapporto, le comunità dislocate a valle patiscono maggiormente le dighe, per via dei fiumi in secca e degli stock di pesce drasticamente ridotti. Le dighe interferiscono con l’equilibrio ecologico dei fiumi privandoli dell’ossigeno e delle sostanze nutrienti ed influendo sugli spostamenti e sulla riproduzione di pesci e di altre specie d’acqua dolce. Per esempio, la Cina – il paese con il numero più elevato di dighe progettate o in costruzione – può perdere specie in pericolo come il delfino dello Yangtze e parecchi uccelli acquatici, se la costruzione indiscriminata di dighe continuerà a distruggere i relativi habitat. Il WWF esorta le amministrazioni e i costruttori di dighe a considerare una priorità l’utilizzo efficiente delle risorse idriche, applicando standard internazionalmente accettati, come quelli del WCD, ai progetti per la costruzione di dighe, in modo da minimizzarne l’impatto negativo in campo ambientale, sociale ed economico. La direttiva quadro sull’acqua approvata dall’Unione europea, per esempio, introduce condizioni rigorose per la costruzione delle dighe negli stati membri. I nuovi progetti sono permessi soltanto se non ci sono alternative meno dannose per l’ambiente. Una legislazione così all’avanguardia, tuttavia, è rara. “I progetti per la costruzione di dighe spesso vanno avanti dedicando scarsa attenzione agli effetti cumulativi e alle possibili alternative” afferma Ute Collier. “Nello sforzo di soddisfare i bisogni globali di acqua ed energia, non dobbiamo distruggere gli ecosistemi che garantiscono approvvigionamenti idrici sostenibili”.


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