Sostenibilità
Wwf, la nostra svolta
Un nuovo presidente. Un nuovo statuto. Intervista ad Enzo Venini e Michele Candotti
Il WWF Italia volta pagina. Fulco Pratesi, lo storico fondatore, assume la presidenza onoraria ed entra in carica come presidente Enzo Venini, già vicepresidente dell?associazione. Un cambio importante per l?associazione ambientalista, che inaugura un periodo di mutamenti nel
quale il WWF si appresta a modificare profondamente la sua governance, alla luce di nuove ed importanti sfide e di un quadro normativo nazionale di settore in continua evoluzione. Ne abbiamo parlato con il nuovo presidente e con il segretario generale dell?associazione, Michele
Candotti. Una conversazione a tre per tracciare il profilo del WWF Italia di domani.
Vita: Un nuovo presidente, presto anche un nuovo e riformato consiglio nazionale. Il WWF ha imboccato con decisione la strada del ricambio generazionale…
Enzo Venini: Il WWF ha voluto affrontare gli stimoli offerti dalle nuove e attualissime sfide, locali e globali, attrezzandosi con un nuovo modello di governance e con quella professionalità gestionale necessari per essere efficaci, efficienti, trasparenti: ce lo chiedono i nostri soci, il pubblico e corrispondono alla necessità di conformarci alle migliori pratiche nel settore del non profit. In questo senso, abbiamo anche affrontato due temi cruciali per un?associazione: assicurare che il ricambio generazionale sia gestito al meglio, attraverso il consenso, rispettando la nostra storia e l?esperienza accumulata in 40 anni di vita ed evitando rotture inutili ed improduttive che sono devastanti in realtà come la nostra; assicurare che gli obiettivi di buona e professionale gestione ed organizzazione non deprimano od eliminino lo straordinario apporto ed impegno volontario dell?associazione.
Vita: La nuova presidenza coincide con un momento di grande cambiamento per il WWF, che si appresta a varare il nuovo statuto. Quali novità conterrà? Che tipo di governance delineerà?
Michele Candotti: La riforma della governance è stata affrontata tramite un aggiornamento del nostro statuto. È stata prevista una riforma della governance ?alta? (consiglio, comitato esecutivo, ecc) e della presenza territoriale. Il consiglio, una volta riformato, assicurerà rappresentanza diffusa di tutte le componenti associative; è prevista una separazione netta tra le funzioni di policy ed indirizzo strategico del Consiglio e il ruolo esecutivo/organizzativo della direzione generale e dello staff; e le articolazioni locali guadagneranno quell?indipendenza
amministrativa necessaria a ridurre la burocrazia e reimpostare le relazioni centro-periferia sui contenuti e sulla sostanza.
Vita: Un cambio imposto anche dal contesto normativo italiano, che è ancora largamente carente sul fronte del terzo settore…
Venini: La triste storia del 5 per mille è un esempio di come il nostro Paese non sta affrontando sfide e necessità del terzo settore con la dovuta coerenza, solidità e lungimiranza. Si confonde il terzo settore con la lente della ?carità? e si manca, invece, il vero punto: che il non profit è un attore cruciale nel dibattito sulla sussidiarietà in un momento di grandi cambiamenti nel ruolo dello Stato nei servizi alla cittadinanza; e che dietro al settore non profit ci sono scelte, indicazioni, aspirazioni di milioni di cittadini. L?approccio al settore è stato parziale e normato tramite pareri e interventi specifici, non sempre coerenti. Un?associazione come la nostra ha dovuto creare un sistema di governance e gestione che ci tutelasse dalla variabilità e dalla estemporaneità o incoerenza di molte decisioni istituzionali che ci riguardano.
Vita: Il nuovo presidente ha una lunga storia dentro l?associazione, cominciata come volontario. Quale il ruolo del volontariato nel nuovo modello tracciato dallo statuto?
Venini: L?associazione ha fatto la scelta di mantenere l?impegno volontario al centro dei valori fondanti del WWF. È una scelta importante che implica, ad esempio, la gratuità delle cariche consiliari ed istituzionali; la ricerca, selezione, coinvolgimento e partecipazione dei volontari nelle attività associative; e la sfida di far coesistere le improrogabili esigenze organizzative e gli obblighi normativi con l?entusiasmo e la variabilità temporale dell?impegno volontario. E il fatto che la nuova presidenza emerga proprio dal volontariato di base, dall?attivismo gratuito e convinto, coerente ed impegnato, è un?assoluta garanzia rispetto al mantenimento di questo indirizzo di fondo.
Vita: Un triennio importante, quello che il WWF si lascia alle spalle, con un profondo lavoro di riorganizzazione e di messa in ordine dei conti. Che bilancio se ne può trarre?
Candotti: Con il 2006 si è concluso positivamente un ciclo di profondi cambiamenti nella nostra associazione. Valori, criteri, obiettivi e priorità per il riequilibrio programmatico, organizzativo ed economico dell?associazione; e le linee di riforma, di cambiamento e di investimento
per il triennio appena concluso sono stati racchiusi ed esplicitati nel documento di programma 2004-2006, che ha costituito la nostra bussola in questa difficile e complessa opera di aggiornamento del WWF in Italia. Dal punto di vista organizzativo e gestionale, il WWF ha preso atto dei vincoli e delle rigidità strutturali interni all?associazione e ha affrontato con decisione il riequilibrio della situazione economico-finanziaria, condizione necessaria per mantenere credibilità, trasparenza e tracciabilità del nostro operato. L?associazione ha incoraggiato la creazione di strumenti specializzati per la gestione ottimale di una serie di attività: una fondazione per la gestione patrimoniale (Fondazione WWF Italia); una società di consulenze per la gestione di servizi e commesse (WWF Ricerche & Progetti); una società di servizi per il rilancio professionale delle attività di merchandising e per la gestione diretta delle oasi e delle proprietà più complesse. In definitiva, il ?tagliando? dei 40 anni è riuscito e ci presentiamo sicuri di poter continuare la nostra missione al meglio.
VIta: Quali le linee guida dell?attività per i prossimi anni?
Venini: La sfida è duplice, culturale e scientifica. Culturale, perché va continuata senza esitazioni l?opera di alfabetizzazione di istituzioni, amministrazioni, imprese e cittadini sulle questioni ambientali, insistendo che il benessere della gente dipende ed è strettamente legato al ?benessere?, all?integrità, al buon funzionamento dei sistemi naturali. Su questo aspetto, le leve educativa, informativa, di lobby e di policy, di costante aggiornamento ?pubblico? devono essere potenziate e utilizzate in modo convinto e continuativo. La sfida scientifica influenza invece due importanti fattori: innanzitutto, la base stessa, i contenuti ed il rigore delle nostre attività; in secondo luogo, l?applicazione pratica, gli esempi concreti, la concretezza dei progetti con i quali applichiamo, realizziamo sul territorio quanto ?predichiamo?. A questo va aggiunto lo sforzo di mantenere sempre una duplice dimensione d?azione: internazionale, vista la globalità delle sfide in corso a livello planetario; e locale, per non perdere il contatto con la realtà e la rilevanza concreta delle nostre azioni.
Vita: Presidente Venini, che augurio fa a se stesso e all?associazione che guida?
Venini: L?augurio che faccio a questa gloriosa associazione è quello di saper sempre ascoltare e valorizzare il volontariato, fonte di ricchezza ed àncora di eticità; di mantenere la correttezza e l?altissima professionalità raggiunta, sicuro riferimento non solo in campo naturalistico ed ambientale ma anche giuridico; di continuare nell?indipendenza delle proprie azioni affinché i 350mila soci ed i 400mila donatori possano sempre darle il supporto indispensabile.
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