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Wwf: «la deregulation mina la biodiversità»

Comunicato del Wwf all'indomani del via libera della Commissione Agricoltura alla possibilità per le singole regioni di decidere il calendario della caccia

di Redazione

Siamo nell’Anno della Biodiversità, ma non si direbbe a giudicare dai provvedimenti messi a  ‘segno’ oggi,  prima in materia di clima con la mozione votata al Senato che conferma la tendenza ‘negazionista’ del Parlamento, e poi con il temuto articolo di legge in Commissione Agricoltura della Camera che apre il varco ad una vera e propria deregulation sulla caccia.  

«Entrambe le decisioni del nostro Parlamento mostrano la totale ottusità rispetto a decisioni dell’Unione Europea e a leggi che vengono completamente disattese in entrambe le materie» – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – «Una sorta di dichiarazione di guerra dell’Italia nei confronti dell’Unione europea che non sarà priva di conseguenze».

CACCIA no limits

Nonostante i numerosi appelli, a partire dai maggiori esperti e scienziati del Comitato scientifico del WWF, che ribadivano l’effetto devastante che la deregulation della caccia avrebbe sulla conservazione dell’avifauna migratrice, il Parlamento italiano si prende la responsabilità di approvare una legge che va nella direzione esattamente opposta a quella richiesta dall’UE, ossia, di chiudere la caccia nei mesi più delicati per la migrazione e riproduzione.

Il WWF si appella al senso di responsabilità della Commissione politiche Comunitarie che dovrà dire l’ultima parola sulla caccia e a tutti i deputati che alla Camera dovranno poi esprimersi col voto finale. Il WWF continuerà la sua azione di  pressione affinchè la volontà degli italiani sia correttamente  rappresentata nelle aule del Parlamento. 

«Se la Camera darà il suo sì definitivo per l’apertura della caccia tutto l’anno sarà drammaticamente minato alle fondamenta il percorso faticosamente avviato dall’Italia per una Strategia Nazionale sulla Biodiversità appena annunciato dal Ministero dell’Ambiente – ha continuato Leoni – colpire la fauna selvatica vuol dire infatti mettere a rischio una delle componenti principali della ricchezza di natura del nostro paese».

CLIMA

 Anche sul versante clima il Parlamento fa retrocedere l’Italia in un’arretratezza culturale e strategica pericolosa. Mentre l’Europa e il mondo intero si avviano a coniugare le politiche energetiche con quelle del clima per proseguire sulla strada dell’economia verde e della sicurezza energetica, l’Italia non vuole ancora credere a una scommessa data da ogni parte per vincente. La sola discussione di mozioni di questo genere rischiano di tagliarci del tutto fuori dal futuro dell’economia mondiale, che sarà a basso contenuto di carbonio e basato sullo sviluppo delle tecnologie verdi, come previsto nelle nuove misure europee annunciate per i prossimi mesi.

Il WWF aveva inviato nei giorni scorsi una lettera ai senatori per bloccare la mozione ricordando come gli atti normativi europei non possano decadere per effetto della volontà di un solo Stato membro. L’Italia non ha quindi il potere di mettere in discussione gli obiettivi europei – ormai condivisi e consolidati – per contrastare i cambiamenti climatici, e una mozione per far dichiarare decaduto l’Accordo 20-20-20 non ha alcun senso giuridico. Tra l’altro, dal punto di vista politico,la strategia climatica europea è fortemente legata a quella inerente la sicurezza energetica, motivo per cui recedere da queste posizioni risulterebbe contrario agli stessi interessi europei ed italiani.


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