Sostenibilità
WWF: basta guardarsi lombelico, litalia guardi al mondo
"Ora il Governo decida in fretta: taglio emissioni e adattamento sono già una realtà in altri paesi"
di Redazione
«Il ritardo che stiamo accumulando sia sul taglio delle emissioni che sulle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici rischia di aumentare ancora se la politica non adotta con urgenza le scelte che gia? in altri paesi stanno producendo risultati evidenti».
Così il WWF in una nota a margine della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, in corso a Roma.
«Il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che oggi concluderà a Roma la Conferenza sul clima, dovrebbe prendere a esempio i suoi colleghi Nicolas Sarkozy e Gordon Brown, assumendo le redini del coordinamento e dell?impulso alle politiche di riduzione delle emissioni e di ?messa in sicurezza dell?Italia?. Lo svolgersi di una Conferenza sui cambiamenti climatici alla presenza delle massime cariche dello Stato e dei più prestigiosi ricercatori è già un importante risultato ottenuto, ma il riconoscimento dell?esistenza del problema climatico deve tradursi nella ferma volontà di adottare misure concrete e immediate».
«L?Italia, uno dei paesi maggiormente a rischio clima, dovrebbe assumere la leadership in Europa per spingere, a livello internazionale, verso un accordo che porti a una vera e forte riduzione delle emissioni, quel taglio di almeno il 30% entro il 2020 e del 50% (80% per i paesi industrializzati) entro il 2050 che gli scienziati ci indicano come misura in grado di rallentare e, in prospettiva, arrestare il fenomeno. E? questo l?appello rivolto oggi dal Direttore del Programma clima internazionale del WWF, Hans Verolme, che interviene oggi nella Sessione sui Piani di Adattamento in ambito internazionale. »
?Molti paesi d?Europa sono in pole position sulle tecnologie legate ad efficienza e sviluppo delle rinnovabili, l?Europa sta procedendo speditamente sui piani legati al taglio delle emissioni – dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia intervenuto alla Conferenza – E per rimanere sul tema vero della Conferenza sui cambiamenti climatici, ovvero come adattare il nostro territorio ai mutamenti già in atto, quasi tutti i paesi avanzati in Europa si sono già mossi per dar vita a strategie e piani di adattamento. Sulla riduzione delle emissioni, basta citare il ?Climate Change Bill? del Regno Unito, pubblicato nel marzo di quest?anno, che disegna un?economia a basso contenuto di carbonio. O il Piano per un?economia a Emissioni Zero in Norvegia.?
E sull?adattamento il WWF stila l?elenco dei nostri cugini più virtuosi: tra i paesi più avanzati c?è senz?altro la Gran Bretagna, con processo politico istituzionale estremamente logico e cadenzato. Il Governo ha dato vita nel 1997 allo ?UK Climate Impacts Programme? (UKCIP) per sostenere pubblico e privato a valutare la loro vulnerabilità agli impatti dei mutamenti climatici e sviluppare le proprie risposte di adattamento. La Defra (Dipartimento per l?Ambiente, il cibo e gli affari rurali) ha poi realizzato studi approfonditi sugli impatti dei mutamenti climatici nel Regno Unito ? nel 2008 verranno pubblicati i prossimi scenari ? e si è dato vita a un Adaptation Policy Framework concepito nel 2005 e posto poi a consultazione delle parti sociali, pubbliche e private, a livello locale, regionale e nazionale: alla fine di quest?anno verrà pubblicata una struttura di adattamento interdisciplinare.
L?elenco dei paesi già impegnati prosegue con Finlandia, Spagna, (e? dell?ottobre 2006 il ?Plan National de Adaptacion al Cambio Climatico? messo a punto dal Grupo Interministerial de Cambio Climático), Olanda (su iniziativa del Primo Ministro), Francia (e?nato nel 2001 un Osservatorio nazionale che ha già prodotto una Strategia per l?adattamento scaturita da un attento lavoro di concertazione; il documento è stato infine approvato nel Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile alla fine dello scorso anno e sottoposto al Primo Ministro). E poi Danimarca, Repubblica Ceca, Irlanda, Germania, Svizzera, Norvegia, Portogallo, Belgio, Slovenia. Interessante lo studio avviato in Norvegia quest?anno, ?Le potenzialità e i limiti dell?adattamento?, dove si sottolinea che comunque la capacità umana di far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, specie quelli più pericolosi, è sempre limitata (di qui l?assoluta necessità di tagliare le emissioni).
E se alluvioni e disastri naturali hanno colpito più volte il Danubio, in una vasta zona europea l?adattamento ha intrapreso fin dal 2000 la ?via? del ripristino degli habitat degradati e della protezione delle aree alluvionali. Ha già sette anni di vita l?Accordo per il Corridoio Verde del Basso Danubio firmato da Bulgaria, Moldavia, Romania e Ucraina grazie anche all?intervento del WWF. Oggi esiste un?area protetta ?di sicurezza? che copre circa il 70% del bacino del basso Danubio.
Il Direttore Verolme ha descritto infine le esperienze sul campo svolte in questi anni nel mondo dal WWF, basate sulle migliori conoscenze scientifiche acquisite in questi anni a livello internazionale che tendono a favorire la tutela e corretta gestione del nostro patrimonio naturale. Una Mappa composta da 18 progetti svolti in tutti i Continenti, dal recupero delle mangrovie in Africa e il Delta del Gange in cui vivono 4 milioni di persone, ai ghiacciai dell?Himalaya, dalla barriera corallina Australiana al nord Atlantico fino al recupero delle aree vulnerabili dell?Antartico.
I possibili risultati di questo approccio alle soluzioni per l?adattamento si possono sintetizzare con una semplice formula: investire 1 euro in natura (rimboschimento, rinaturalizzazione dei fiumi, delle coste, ecc.) consente di risparmiare fino a 7 euro che sarebbero investiti in opere artificiali e ingegneristiche (dighe, sbarramenti, ecc.).
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.