Non profit

Wto, ong: «Italia non chiuda il Doha Round»

Secondo CRBM, Crocevia, Fair e la Fondazione Responsabilità Etica l’accordo favorisce soltanto le grandi multinazionali

di Redazione

CRBM, Crocevia, Fair e la Fondazione Responsabilità Etica lanciano la mobilitazione «contro l’ennesimo tentativo di chiudere il Doha Round». Oggi si riunisce a Bruxelles il Consiglio degli Affari Generali UE (CAGRE), nelle stesse ore in cui a Ginevra si sta cercando di chiudere il ciclo di negoziati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio lanciato a Doha nel 2001.

«Questo accordo nasconde un doppio inganno» accusano le organizzazioni in una nota. «I nuovi trattati non porteranno alcuna nuova opportunità per i Paesi più poveri, sacrificati all’altare della crescita illimitata di pochi Paesi emergenti come Brasile, India e Cina. Villaggi e popolazioni di intere regioni devono scegliere tra diventare (in pochi) manodopera sfruttata, oppure abbandonare casa e terra e (in tanti, per lo più donne e bambini) riparare altrove».

«Il pacchetto di liberalizzazioni commerciali in discussione rappresenta un gravissimo pericolo per il settore industriale e per quello agricolo del nostro Paese» accusano. Secondo loro «Confindustria ha già avvertito nei mesi scorsi il Governo che la nostra industria, già in grave difficoltà, non potrebbe reggere il colpo di una concorrenza massiccia e frontale di prodotti più economici, anche se qualitativamente discutibili». Tra questi la frutta e il vino.

Per le organizzazioni «è arrivato il momento, per il nostro Paese, di prendere la leadership del malcontento» contro il  Commissario al Commercio Peter Mandelson, accusato di mettere a rischio milioni di posti di lavoro con le sue aperture commerciali. Per questo invitano a dire no ad una crescita che «non sta creando nel nostro Paese né occupazione né opportunità di produzione innovative, sostenibili e di qualità», a scelte che «favoriscano i grandi gruppi nella loro fuga verso Paesi che non pongono loro alcuna regola», ad un «accordo che potrebbe danneggiare irrimediabilmente l’economia reale di questo Paese».
 

Per saperne di più:
www.crbm.com
www.faircoop.it

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