Formazione

Wto: Lamy, su prodotti tipici solo rispetto regole

Il commissario al Commercio Lamy, in partenza per il vertice di Montreal, sottolinea come fuori dall'Ue ''chi usurpa una denominazione registrata non subisce sanzioni''

di Paolo Manzo

”Nei regolamenti del Wto l’indicazione geografica di un prodotto e’ protetta esattamente come la proprieta’ intellettuale. E’ una norma che e’ stata negoziata nel 1995. Ma se in Canada un imprenditore locale puo’ registrare tranquillamente un marchio come ‘Prosciutto di Parma’, allora significa che c’e’ qualcosa che non va. In sostanza al Wto chiediamo di far rispettare le regole”. Lo dichiara in una intervista al ‘Corriere della Sera’ il commissario Ue al Commercio, Pascal Lamy, che, in partenza per il vertice Wto di Montreal, sottolinea come fuori dall’Europa ”chi usurpa una denominazione registrata non subisce sanzioni”. ”Noi oggi siamo consapevoli che la concorrenza mondiale e’ destinata ad aumentare, specie nei settori agricolo e alimentare -sottolinea Lamy-. L’Unione europea ha una nuova strategia: ‘basta con la quantita’, avanti con la qualita”. Abbiamo riformato la politica agricola comune partendo da questo principio. Ora siamo pronti a misurarci con gli altri Paesi: che vinca il miglior formaggio o il miglior prosciutto. Purche’ siano rispettate le regole del gioco, quelle che gia’ esistono e non sono mai state applicate”. ”Noi chiediamo agli altri Paesi di non utilizzare o copiare marchi che sono tipicamente europei e che hanno un peso importante per la nostra economia”, spiega Lamy, che sottolinea come l’Europa stia ancora lavorando sulla lista dei prodotti da tutelare. Ma, ”i criteri di scelta sono chiari -afferma-: inseriamo merci che sono preparate anche in altre parti del mondo. Per esempio la mozzarella, lo stilton”. La Commissione, afferma Lamy, sostiene ”che bisogna concentrarsi su una lista corta”, meno di cinquanta voci, secondo il commissario, che sottolinea: ”Meno ne abbiamo e piu’ possibilita’ abbiamo di condurre con successo la trattativa. E comunque non possiamo dare l’impressione di presentarci al tavolo con una lista provvisoria, che puo’ variare nel corso del negoziato, come se neanche noi fossimo sicuri delle nostre ragioni”. Per farsi degli alleati l’Europa, secondo Lamy, ”puo’ puntare sui paesi in via di sviluppo. L’India ha il te’ Darjeeling. Il Guatemala, il caffe’ di Antigua. E lo stesso discorso vale per molte merci prodotte dagli Stati Africani, dalla Thailandia, dalla Cina. Tutti questi Stati saranno nostri alleati”.


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