Economia

Workers buyout: la favola a lieto fine della Zanardi editoriale

Un anno fa la crisi, il suicidio del titolare, la disperazione dei dipendenti. Che però decidono di costituirsi in cooperativa e rilevare parte dell'azienda. Un anno dopo, il fatturato è a 2,5 milioni con prospettive di aumento del 40% nel 2016. E si è lavorato anche a Natale per evadere gli ordini

di Gabriella Meroni

Oltre 2,5 milioni di fatturato, ordini in crescita, contatti con importanti clienti internazionali e la prospettiva concreta di una crescita ulteriore del 40 per il 2016. E' questa la favola vera della Cooperativa Lavoratori Zanardi di Padova a poco più di un anno dal workers buy out che ha permesso ai dipendenti dell’azienda di tentare la strada del mantenimento del proprio posto di lavoro affittando un ramo d’azienda della società tipografica messa in ginocchio dalla crisi e dal suicidio del titolare.
Trenta addetti sono rimasti al lavoro anche durante le festività natalizie per evadere gli ordini in tempo, mentre il 2015 si è chiuso in sostanziale equilibrio gestionale anche grazie agli ordini da grandi gruppi editoriali francesi come Gallimard Achette e Sejer Editis. Mentre per l’anno prossimo l’obiettivo da raggiungere è la soglia dei 3,5 milioni di euro di fatturato. «Continuiamo ad essere prudenti – spiega al Mattino di Padova Mario Grillo, presidente della cooperativa ed ex amministratore delegato della Zanardi – ma anche fiduciosi per il prossimo anno: sono tornati i clienti importanti ed ora siamo in contatto anche gli editori minori. Abbiamo lavorato tutto il mese di agosto ed in questi giorni di stiamo producendo altri lotti significativi».
In previsione, per il 2016, oltre ad una crescita del fatturato intorno al 40% rispetto al 2015, anche la volontà di acquisire le linee produttive ora solo in affitto. In un futuro ancora indefinito invece l’acquisizione del capannone, anche se non ci sono prospettiv ecirca la partita delle mensilità pregresse e dei trattamenti di fine rapporto della vecchia Zanardi editoriale. Ma quello che si apre sarà decisamente un buon anno.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.