Non profit

Woody in fotocopia

Cinema Delude «Sogni e delitti», il nuovo film di Allen

di Redazione

Evidentemente per lui vale la legge del “2 per 3”. Ogni tre film, uno gli riesce e due così così. Infatti, dopo la gara esemplare tra il bene e il male raccontata in Match Point, Woody Allen ha proposto uno Scoop piuttosto annacquato e ora questa fotocopia sbiadita intitolata Sogni e delitti. Due fratelli ambiziosi, credendo di coltivare i primi, commettono un omicidio. Ma lo scoglio che non sanno prevedere è che se non è difficile premere un grilletto (operazione in fondo rapida che Allen, alla maniera di Hitchcock, spinge in un allusivo fuori campo), è molto più complesso dimenticarsi, poi, di averlo fatto.
Così mentre uno inizia a macerarsi fra i tormenti (un Colin Farrell goffo al punto giusto), l’altro abbraccia la “filosofia” del domani: che è un altro giorno, che promette rose e fiori, che sarà meraviglioso (egualmente bravo Ewan McGregor). Finirà come deve finire: uno contro l’altro in una prevedibile tragedia che si vorrebbe classica e che classicamente è alimentata dalla quotidianità. Contesto familiare brontolone e insoddisfatto. Amicizie un po’ pericolose ma non troppo. Debiti in eccesso. Ragazze affettuose che in fondo li amano così come sono: i due hanno sì la passione uno dell’azzardo, l’altro delle donne, ma non sono cattivi, semmai inconsapevoli. Si trovano a uccidere quasi per caso convinti di riuscire a procurarsi un’occasione aderendo a uno scellerato patto di reciproco aiuto (un po’ come era capitato al protagonista di L’altro uomo, ancora Hitchcock).
Ma la loro vicenda, a differenza di quella dell’arrampicatore di Match Point, non riesce ad avvincere lo spettatore. Nonostante la buona caratterizzazione dei due fratelli (diversi sì, ma non del tutto), nonostante il rapporto che li unisce sia messo in scena in maniera persuasiva, la storia non sa proprio decollare. Un po’ per la sensazione di dejà-vu continua e soffocante. Un po’ per i dialoghi fiacchi, eccessivamente letterari e quindi assai pieni di pretese (in particolare quelli in famiglia, dove come al solito c’è un convitato di pietra che si chiama Edipo). Certo la regia è puntuale, smaliziata (anche se un po’ da cartolina, in alcuni momenti). Ma da Allen in fondo ci si aspetta molto, molto di più rispetto a questo “esercizio di stile” che inizia esattamente là dove era cominciato: con l’inquadratura di una barca a vela (si chiama Cassandra’s dream e dà il titolo originale al film). È insieme oggetto del desiderio e simbolo dell’avventura che, nell’epilogo, diviene luogo della tragedia.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.