Non profit

Wofensohn: è aiuto allo sviluppo o alla difesa?

Il presidente della Banca Mondiale ha detto investire di più sullo sviluppo aumenterebbe la sicurezza

di Carlotta Jesi

«Spendiamo ogni anno 900 miliardi di dollari per la difesa e appena 60 miliardi di dollari in aiuto allo sviluppo. Se spendessimo 900 miliardi in aiuto allo sviluppo non avremmo bisogno di spenderne più di 50 per la difesa». Queste le parole con cui il presidente della Banca Mondiale James Wolfenshohn ha aperto il summit di primavera della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale. Summit in cui Wolfenshohn e le organizzazioni internazionali si sono trovati d’accordo su una cosa: non si può parlare di progresso in fatto di aiuto allo sviluppo. I numeri parlano chiaro: ad oggi, solo 5 Paesi ricchi hanno mantenuto la promessa fatta all’Onu di destinare lo 0,7% del Pil in aiuto allo sviluppo: si tratta di Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Norvegia e Svezia. Tutti gli altri Paesi sono ancora lontani dalla percentuale necessaria ad alleviare la povertà di milioni di persone.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA