La scuola che cambia
Wiki-school: quando l’istruzione genera cittadinanza attiva
Il principio è lo stesso di wikipedia: creare ambienti di apprendimento condivisi e un curricolo verticale in cui docenti e studenti si muovono con naturalezza dalla scuola dell'infanzia in sù. Wiki-school è sperimentata dal 2006 in tre istituti. Carmela Taibi dirigente a Milano racconta come
Sperimentare innovazioni organizzative; produrre e divulgare ricerche didattiche; promuovere iniziative di formazione e di sviluppo della professionalità per il territorio. Sono alcuni dei principali obiettivi del progetto Wiki-school avviato dalle scuole secondarie di primo grado “Rinascita Amleto Livi” di Milano e “Don Milani” di Genova e da quella statale “Città Pestalozzi” di Firenze.
Tutto inizia nel 2005, quando la don Milani sperimenta l’uso di una piattaforma di comunicazione che consente ai docenti di dialogare fra loro su tutte le questioni che riguardano la didattica e l’organizzazione scolastica. Successivamente estende il sistema alle altre due scuole e diventa, così, una federazione di piattaforme che prevede sia spazi comuni sia ambienti specifici per ogni scuola.
I tre istituti nel 2006 ottengono l’autorizzazione alla sperimentazione ai sensi dell’art. 11 del Dpr 275 del 1999 del progetto denominato “Scuola Laboratorio”. L’obiettivo era costituire e attivare una “officina” di riflessione interregionale in cui i docenti avessero a disposizione tre strumenti: un forum per coordinare e negoziare le azioni di scrittura (idee, struttura, registro linguistico); un ambiente di scrittura collaborativa (wiki) e uno spazio per l’archiviazione dei materiali utili all’elaborazione. La sperimentazione negli anni è continuata e il progetto oggi è conosciuto con il nome di “Wiki-school” che esprime la scelta strategica di una costruzione dell’innovazione: endogena (dentro le scuole), connettiva (tra le scuole) e prossimale (vicina all’esperienza professionale dei docenti).
Il metodo sperimentale trae ispirazione dalle Teacher training schools del sistema scolastico finlandese e dal parco scientifico tecnologico “Kilometro rosso” di Bergamo, che ospita aziende, centri di ricerca e laboratori.
Ogni scuola struttura autonomamente degli ambienti di apprendimento innovativi ed efficaci, facendo tesoro delle esperienze pregresse e utilizzando nuove forme organizzative e tecnologie. Adotta inoltre scelte strategiche nella definizione del tempo scuola e per la creazione di ambienti idonei allo sviluppo della professionalità docente.
Che ci fa un prof alla scuola dell’infanzia
Carmela Taibi, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Nazario Sauro, di cui fa parte la scuola secondaria di primo grado Rinascita Livi, spiega che «nell’istituto che dirigo per attuare i principi della Wiki-schools abbiamo puntato sulla strutturazione della compresenza. I docenti della nostra scuola secondaria di primo grado hanno ore in comune sia con i colleghi della scuola dell’infanzia che con quelli della primaria. Questo è possibile grazie alla distribuzione dell’organico che è diversa da quella della scuola tradizionale. È così che i bambini della classe quinta della primaria un giorno a settimana si trasferiscono nel plesso della secondaria e partecipano alle attività che si svolgono lì. La compresenza è parte di una progettazione ben strutturata che coinvolge tutti e tre gli ordini scolastici dell’istituto».
Con questa scelta l’istituto milanese risponde all’obiettivo del progetto Wiki-school di dare ai ragazzi strumenti utili per sapersi muovere con sufficiente sicurezza in una varietà di contesti e di situazioni. La compresenza sviluppa la capacità di interagire con gli altri, contribuendo alla realizzazione di attività collettive e alla risoluzione di problemi. «A beneficiare della compresenza sono anche i docenti», prosegue Taibi, «che si scambiano informazioni secondo il principio proprio della wiki-school: l’importanza di sviluppare la professionalità, condividere le competenze e fare rete».
Mettere a sistema le buone pratiche
Tra gli obiettivi del metodo c’è anche quello di mettere a sistema le buone pratiche didattiche, così da poterle rielaborare, confrontare e riflettere sulle competenze acquisite creando una documentazione utilizzando strumenti multimediali da inserire e condividere in rete.
La compresenza degli insegnanti di materie e ordini diversi permette di non confinare in un solo docente il processo di insegnamento-apprendimento ma di trasformarlo nel prodotto di una prassi condivisa
Carmela Taibi, dirigente scolastica
«La compresenza degli insegnanti di materie e ordini diversi», spiega la dirigente, «permette di non confinare in un solo docente il processo di insegnamento-apprendimento ma di trasformarlo nel prodotto di una prassi condivisa. Si rafforza sia il curricolo verticale, con gli scambi tra classi di ordini diversi, che quello orizzontale attraverso gli ambiti di prossimità, ossia aree disciplinari simili che collaborano per alcune attività di classe. Per fare un esempio è possibile che per specifici progetti i docenti di matematica e scienze di una sezione lavorino insieme in una classe. Oppure il docente di storia e di arte collaborano per analizzare un’opera d’arte. Rispondiamo così a due richieste della sperimentazione Wiki-school: la capacità di generare competenze trasversali e quella di sviluppare la trasversalità del sapere. Altro aspetto della nostra sperimentazione è quello che definiamo apprendimento in movimento. Crediamo, per esempio, che si possa spiegare come calcolare una circonferenza attraverso il movimento del corpo nell’ambiente».
Ai nostri ragazzi insegniamo la cittadinanza attiva. Lo facciamo attraverso l’attivazione di esperienze di autogestione, assegnando loro dei ruoli e facendoli partecipare alla vita scolastica
A scuola di cittadinanza
Inoltre ai nostri ragazzi insegniamo cosa vuol dire la cittadinanza attiva. Lo facciamo attraverso l’attivazione di esperienze di autogestione, assegnando loro dei ruoli e facendoli partecipare alla vita scolastica. Questo valorizza non solo l’aspetto cognitivo dei ragazzi ma anche quello sociale e affettivo».
Gli studenti sono messi nelle condizioni di accedere a qualsiasi tipo di istruzione secondaria, perché durante gli anni della scuola dell’obbligo imparano ad affrontare situazioni e modi di apprendimento diversi.
«In questi anni di sperimentazione sono stati fatti dei monitoraggi sugli apprendimenti dei nostri studenti» conclude Carmela Taibi, «gli esiti sono molto positivi e dimostrano che sono preparati ad affrontare il futuro scolastico che li aspetta. Inoltre i nostri allievi, anche alle superiori, sono ragazzi che partecipano alla vita attiva delle scuola come delegati, rappresentanti di classe o di giunta perché sono abituati alle attività sociali».
Questo articolo fa parte di una serie di racconti che VITA dedica alle sperimentazioni in corso nella scuola italiana, per orientarsi meglio in queste settimane in cui i ragazzi e le famiglie sono chiamati a scegliere la scuola a cui iscriversi per il prossimo anno scolastico. La foto di apertura mostra alcuni studenti di una scuola che sperimenta il metodo Wiki-school (foto di Carmela Taibi)
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