Formazione
Wheelchair hockey, presentato in anteprima il documentario “Lo sport è uguale per tutti”
Un documentario di 70 minuti per raccontare un sogno. Si chiama “Lo sport è uguale per tutti” ed è la storia di Lorenzo Vandelli e del Sen Martin, la squadra di hockey in carrozzina di Modena, nata da un’idea di Lorenz, come chiamano tutti il 40enne di Spilamberto, in sedia a rotella da 20 anni, perchè affetto da distrofia muscolare. Sette ragazzi il 4 ottobre 2008 giorno del primo allenamento, 15 i giocatori che nella stagione 2013-2014 formano il team che è in testa al campionato di Serie A2. Ragazzi e ragazzi, dagli 11 e i 40 anni, malati di Sla, distrofia muscolare. tetraperesi spastica, con un obiettivo. Che non è solo vincere. “Prima giocavo nei Rangers di Bologna e volevo vincere – ha dichiarato al Redattore sociale – da quando ho messo in piedi la squadra a Modena, l’agonismo è passato in secondo piano. La cosa che mi importa di più è portare fuori dalle case o dagli ospedali ragazzi disabili come me” .
E il film, nato da un’idea di Vandelli e realizzato dal giovane videomaker di Parma Nicola Gennari, che vuole offrire un punto diverso sulla disabilità.“Un approccio alternativo : di solito se ne parla solo per dire: ‘Poverini, non ce la possono fare’ – racconta sempre Vandelli a RS – oppure in casi eccezionali, magari in vista delle Paralimpiadi. Ma in mezzo ci sono tantissime vite, storie di disabili che nello sport trovano uno stimolo per andare avanti”. Il film sarà proiettato nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi sul team della disabilità. “perché i ragazzi capiscano sin da subito – prosegue – cosa possono dare i coetanei disabili. Perché se le cose le racconti in modo un po’ speciale, si vince la resistenza delle persone”. Il futuro della squadra, anche se il Sen Martin vincerà in campionato non sarà in A1 ma non finirà.“Continuerò a raccontare la mia storia e quella della squadra: non mi sono mai vergognato della mia condizione, ci ho sempre messo la faccia. Finché i disabili continueranno a nascondersi, la gente penserà che i disabili non esistano” .
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