Formazione

Welfare: presentato il piano contro la povert

L'obiettivo è di portare l'occupazione al 58,5% entro il 2005

di Stefano Arduini

Nel 2002 sono stati spesi per le misure di protezione sociale 330.265 milioni di euro, pari al 26,2% del PIL. Si tratta del valore piu’ alto degli ultimi 15 anni e, rispetto all’anno precedente, c’e’ stato un aumento di oltre mezzo punto. Una cifra che pesa troppo sui settori pensioni e vecchiaia (insieme coprono i due terzi della spesa sociale ) e poco a favore della famiglia (in Italia non si arriva alla meta’ della spesa media europea). Questi i dati che analizza il Piano di Azione Nazionale contro al Poverta’ e l’Esclusione sociale (Nap) 2003-2005, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e diffuso questa mattina a Roma dal ministro del Welfare, Roberto Maroni. Il documento verra’ ora inviato alla Commissione Europea per l’esame finale. Le azioni di contrasto all’esclusione sociale, previste dal Nap, ha ricordato Maroni saranno al centro ”di uno degli eventi piu’ importanti del semestre di presidenza italiana dell’Ue e che si svolgera’ a ottobre a Torino”. Si parlera’ di ”inclusione sociale, ponendo al centro il ruolo della famiglia naturale”. Il Piano nazionale contro la Poverta’ detta gli indirizzi per le politiche di contrasto ai fenomeni di esclusione sociale per il triennio 2003-2005. Sono sei i cardini su cui si poggia la strategia che tende a eliminare, non solo la poverta’, ma tutte le problematiche relative alla distribuzione di redditi, alla partecipazione all’occupazione e alle condizioni di vita e di salute. Si tratta di politiche di sostegno alla natalita’ e all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, di strategie per sviluppare il diritto al ”servizio universale”(servizi sociali e di base in senso allargato), per attuare percorsi di inclusione sociale rivolti alle fasce piu’ esposte all’emarginazione, per l’allargamento della partecipazione attiva alla vita sociale a tutti i soggetti non autosufficienti e, infine, per lo sviluppo di reti di solidarieta’ . In particolare, sull’occupazione il governo ha fissato un obiettivo quantitativo, relativo al 2005: portare al 58,5% il tasso di occupazione generale, al 46% quello femminile e al 40% quello degli anziani (tra i 55 e i 64 anni).


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