Famiglia

Welfare: osservatorio 3età, boom di anziani e disabili

Nel 2010 secondo l'osservatorio della terza età saranno 15 milioni gli anziani e i disabili

di Carmen Morrone

Si vive fino a cent’anni, ma aumentano anche anziani disabili, malati cronici. Lo scenario che si prospetta nei prossimi decenni alle societa’ avanzate occidentali ed anche per l’Italia lo evidenzia L’Osservatorio della terza eta’, che condivide l’allarme delo Spi-Cgil sulle gravi carenze nel campo delle poltiche socieli e assistenziale verso gli anziani. Nel 2010, nel nostro Paese, il numero degli over 60 anni afflitto da malattie croniche salira’ a 12 milioni, a cui devono essere aggiunti altri 3 milioni di italiani appartenenti alla terza eta’ (circa il 4% in piu’ all’anno) disabili.

Non di meno, i prossimi anni, si prospettano senza problemi per il sistema pensionistico. La longevita’ di massa mettera’ a dura prova le casse pubbliche, non solo per l’aumento della spesa pensionistica, ma anche per la crescita delle risorse da destinare alla cura degli anziani. La fotografia dell’Onu al nostro Paese rileva che siamo leader nel mondo per numero di over 60 anni (il 24,5% dei residenti), mentre nel 2050 questa fascia rappresentera’ il 37% della popolazione complessiva. Nei prossimi 20 anni gli ultraottantenni supereranno i 4,5 milioni (2,4 milioni il numero attuale), crescendo al ritmo di 110 mila ogni anno. Di pari passo si porra’ il problema dei casi delle malattie croniche e della demenza senile che riguarderanno il 60% della popolazione anziana complessiva) per le quali e’ stato stimato un fabbisogno economico di 17 mld di euro, mentre le risorse nazionali disponibili per curare e assistere almeno 8 milioni di italiani affetti da questi problemi sono solo un terzo.

”Da tempo – dichiara il Segretario generale dell’Osservatorio della terza eta’, Roberto Messina – andiamo ripetendo che l’invecchiamento della popolazione e’ il fenomeno piu’ rilevante e potenzialmente piu’ destabilizzante della storia moderna. In pochi decenni si passera’ da una societa’ di tipo piramidale in cui si ha una larga base di soggetti in eta’ lavorativa ed un vertice con pochi fortunati longevi, ad una piramide rovesciata il cui vertice sara’ rappresentato da una larga fascia di soggetti over 60 anni ed una piccola base con poche persone in eta’ lavorativa. Per questo – avverte Messina- siamo obbligati a progettare nuovi modelli sociali per impedire l’implosione della societa’ come oggi la intendiamo. Auspichiamo che molte altre autorevoli voci, come la Spi-cgil, il Tribunale dei diritti del malato, denuncino il problema per aumentare l’attenzione della societa’ su questo importante fenomeno”.

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