Welfare

Welfare, nel mirino gli invalidi

Dai 15mila euro in poi invalidità legata al reddito. Arrivano su La Repubblica il timori legati alla riforma dell'Isee.

di Redazione

Arrivano finalmente anche su un grande quotidiano nazionale le preoccupazioni che da mesi agitano quanti lavorano ogni giorno accanto alle persone più fragili, per ragioni economiche o di disabilità. La Repubblica nell’articolo “Welfare, nel mirino gli aiuti agli invalidi” dà conto oggi dell’imminente revisione dell’intero capitolo della spesa sociale e assistenziale, già annunciato da Tremonti e ufficialmente accantonato da Monti nel suo aggangio alla delega fiscale. Il decreto salva-Italia contemplava però la revisione dell’Isee ed è su quella che oggi si concentra La Repubblica, dando corpo ai timori che da tempo cricolavano.

La Repubblica, facendo riferimento alle indiscrezioni seguite a una riunione di ieri fra i vertici di Economia, Welfare e sindacati, in realtà si limita a mettere in fila ciò che già si poteva dedurre dalla lettura del famoso articolo 5, scrivendo nero su bianco che «lo spirito è quello di ridurre le repstazioni a coloro che hanno redditi maggiori e patrimoni e aumentare a chi si trova in situazioni economiche peggiori». Nell’Isee conteranno di più le rendite finanziarie, confluiranno anche altre entrate del nucleo famigliare come le pensioni sociali e gli assegni famigliari, ma soprattutto entreranno, in parte, anche prestazioni che oggi sono indipendenti dal reddito come gli assegni di accompagnamento per gli invalidi. Ed ecco l’anticipazione di Repubblica: «sotto i 15mila euro di reddito Isee gli assegni di invalidiità resteranno intatti, sopra ci saranno riduzioni proporzionali al reddito».

Sempre ieri, sull’Isee, il sottosegretario Guerra ha incontrato anche la Fish (di questo La Repubblica non fa cenno), che nel suo comunicato non fa cenno a questa ipotesi e chiarisce ial contrario che «sarebbe rinviata ad un atto successivo l’indicazione delle prestazioni sulle quali l’indicatore dovrebbe applicarsi». La stessa Guerra a Vita aveva esplicitamente smentito la possibilità di agganciare l’invalidità al reddito»

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