Famiglia
Welfare: le Acli rivendicano ruolo Patronati
I patronati possono diventare un filtro tra il servizio sanitario nazionale e i cittadini.
di Redazione
I patronati possono diventare un filtro tra il servizio sanitario nazionale e i cittadini. A rivendicare questo ruolo di interlocutore per gli sportelli previdenziali del volontariato presenti in tutto il Paese sono le Acli, che punta il dito soprattutto su le nuove esigenze che comporteranno i cambiamenti dei Livelli Essenziali di Assistenza. Le Acli esprimono in un comunicato preoccupazione, perche’ ”il decreto sui Lea potrebbe diventare occasione di disuguaglianza nel campo delle prestazioni sanitarie, e rivendicano per il patronato Acli un ruolo nei confronti dei Lea. L’ introduzione del patronato Acli sarebbe una compensazione, secondo le associazioni, agli elementi critici del decreto”. ”In un futuro – si legge nel comunicato – l’ accesso alle prestazioni a titolo gratuito dipendera’ dal reddito e soprattutto dalla discrezionalita’ di coloro cui competera’ stabilire la gravita’ delle invalidita’ o delle inabilita’. Su tutto grava inoltre l’ incognita della spesa pubblica, il cui ridimensionamento potrebbe restringere ulteriormente l’ accesso alle prestazioni”. ”Il Patronato Acli – spiega l’associazione – svolge gratuitamente la propria assistenza attraverso una rete di 600 uffici aperti al pubblico, 1.000 operatori specializzati, 300 consulenti medici, legali e fiscali per patrocinare (anche in giudizio) e promuovere i diritti in campo previdenziale, assistenziale e socio-sanitario. Accanto a questi operano 3.000 addetti sociali”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.