Cultura

Welfare. Emilia-Romagna contro assegno a secondogeniti

La regione guidata da Vasco Errani ricorre alla Consulta contro il decreto del ministero del Welfare: "Assegna risorse senza tenere conto del reddito"

di Ettore Colombo

Una misura che nasce da un’indebita invasione delle competenze delle Regioni in materia di servizi sociali, che assegna risorse senza tenere conto del reddito dei beneficiari e che esclude illegittimamente i cittadini extracomunitari. Queste le motivazioni del ricorso alla Consulta presentato dalla Regione Emilia-Romagna contro il decreto, messo a punto dal ministero del Welfare, che eroga 1000 euro per tutti i secondogeniti nati dal 1 dicembre 2003 al 31 dicembre 2004. Del ricorso ha dato notizia oggi il quotidiano ‘Il Giornale’. L’Emilia-Romagna non contesta l’obbiettivo della misura di sostegno alla natalita’, ma la modalita’ con cui e’ stata realizzata. ”Nel caso ci venga data ragione, non toglieremo risorse gia’ erogate dalle mani delle famiglie – ha sottolineato Vasco Errani, presidente della Regione -. Nessuno perdera’ un diritto acquisito, anzi si proseguira’ su questa strada, ma con criteri di equita”’. ”Riteniamo che i fondi sociali debbano essere destinati alle Regioni che hanno competenza esclusiva – ha aggiunto Gianluca Borghi -. Invece da tre anni assistiamo a tentativi di riaccentramento delle risorse”. ”Non vi e’ dubbio che gli interventi previsti rientrano nella materia di ‘servizi sociali’ di sicura spettanza della Regione – si legge nel ricorso presentato il 22 gennaio -. Lo Stato non solo decide unilateralmente in quale direzione svolgere l’intervento pubblico in materia di sostegno alla famiglia, ma istituisce, incrementa e disciplina un fondo apposito del quale poi continua liberamente a disporre selezionando le linee di impiego e la relativa quantificazione della spesa”. Contestabili per la Regione in particolare sia ”l’esclusione dalle provvidenze delle famiglie di cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia” sia ”l’attribuzione indistinta dell’assegno in cui non si tengono in alcun conto le condizioni sociali ed economiche dei beneficiari”. ”L’intervento del Governo quando continua a stracciare le competenze delle Regioni e le norme costituzionali e’ sbagliato – ha detto Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna – quando se ne rendera’ conto, ci sara’ modo di discutere seriamente di politiche sociali. Non puo’ funzionare uno stato sociale dove una parte degli interventi la fa lo Stato senza tenere conto degli enti locali, e un’ altra la fanno le Regioni cui pero’ il Governo taglia risorse. Cosi’ si genera il caos”. L’assessore alle politiche sociali Gianluca Borghi ha poi fatto notare che ancora non e’ stato materialmente erogato nessuno dei contributi ai secondogenti stabiliti dalla normativa. ”Tra l’altro – ha concluso Errani – col ricorso vogliamo porre l’accento sul problema del diritto sociale: noi non avremmo mai posto sullo stesso piano il figlio di un ricco industriale e quello di una persona bisognosa. In Emilia-Romagna, le politiche sociali tengono conto del reddito, cosi’ come accade per la casa, il diritto allo studio e tutti quei campi in cui si interviene per il sostegno ai cittadini ed alle famiglie”.


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