In attesa della social innovation agenda annunciata dal ministro Profumo nel corso dell’ultima edizione del Forum PA, ci si può accontare – si fa per dire – di sbirciare la lista dei progetti approvati sul primo bando “smart cities and communities and social innovation” dedicato alle regioni del Sud Italia (grazie a Marco Traversi per la segnalazione). Un campionario di iniziative che, per la prima volta, introduce attraverso i fondi strutturali una massiccia dose di tecnologie web nella gestione dei principali aspetti della vita sociale, con il welfare (salute, educazione, assistenza) in prima fila. E’ solo un assaggio, perché è atteso un nuovo e più sostanzioso bando (700 milioni) per le regioni settentrionali. Una specie di prova generale rispetto all’utilizzo delle risorse dei nuovi fondi comunitari (2014-2020) che saranno monopolizzati dal verbo dell’innovazione sociale. Certo i titoli dei progetti non bastano, anzi possono essere fuorvianti. Scorrendoli pare che basti aggiungere “smart” o “innovation” a un qualsiasi tema di interesse per vedersi finanziata l’iniziativa. Meglio quindi monitorare i progetti in corso d’opera, ad iniziare dalla presentazione, il prossimo 7 giugno, di quelli finanziati sul capitolo innovazione sociale. Per chi poi non volesse farsi fagocitare dal progettificio prossimo venturo ci sono altre iniziative e altri contesti da esplorare. Ad esempio il Social Innovation Camp organizzato da The Hub Milano. Tra le startup selezionate molte sono “sociali” in senso stretto, e riguardano cioè il welfare: applicazioni per persone disabili che vogliono mappare l’accessibilità dei luoghi, piattaforme per l’incontro domanda offerta di servizi di terziario sociale, ecc. E ancora un altro Hub, quello di Rovereto, sta per lanciare WECO, un’interessante iniziativa di sostegno a startup capaci di innovare l’offerta di protezione sociale e i relativi modelli di business grazie a una partnership con l’associazione dei Business Angels. Spingendosi ancora più in là si può seguire il nuovo mega trend delle applicazioni web, cioè quelle di prossimità. I Ninja Marketing non hanno dubbi (e se lo dicono loro!): la prossima generazione di apps per smartphone, tablet, ecc. sarà caratterizzata dalla combinazione di network digitali e incontri vis a vis. Consentirà insomma ai vari “amici” e “follower” di incontrarsi e interagire in spazi fisici. Viste al contrario queste applicazioni assomigliano a prolungamenti virtuali di luoghi di socializzazione e incontro come quelli gestiti da organizzazioni non profit e imprese sociali. Si dia dunque il via alla lunga marcia verso il welfare digitale.
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