Non profit

Welfare di comunità, la svolta di Cariplo

La Fondazione di via Manin mette sul piatto 10 milioni. Che saranno assegnati alle idee più innovative e in grado di attirare co-finanziamenti sia privati che pubblici. Guzzetti: «Si tratta di un approccio rivoluzionario, che noi abbiamo già sperimentato con il babndo sulla coesione sociale. C’è in gioco il futuro di tutti».

di Redazione

Per Giovanni Fosti, ricercatore del Cergas Bocconi, il nuovo bando della Cariplo sul welfare di comunità e l’innovazione sociale contiene due elementi peculiari: «Da una parte al di là del valore economico “costringerà” i partecipanti a costruire rappresentazioni condivise dei problemi che vogliono affrontare e quindi, di conseguenza, a pensare a risposte di comunità e non frammentate e dall’altra a prescindere dalla replicabilità dei modelli proposti, a considerarsi esploratori di un nuovo modo di fare welfare”. Come dire il primo passo dovrà essere una fotografia reale delle fragilità di un determinato territorio e delle risorse che quello stesso territorio può mettere in campo. A cui dovranno seguire non solo proposte nuove, ma anche capaci di attrarre risorse altre rispetto ai 10 milioni totali che via Manin impegnerà sul 2014 (ma sono già state previste almeno altre due edizioni del bando nel 2015 e nel 2016).

Oltre a Fosti alla presentazione di stamattina al Centro Congressi della Fondazione in via Romagnosi a Milano sono intervenuti tra gli altri Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo, Alberto Fontana, Coordinatore Commissione Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo e Mauro Magatti, Sociologo ed economista, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

«Rivedo in questa nuova iniziativa quel che è successo più di dieci anni fa nel settore dell’housing sociale – spiega Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo – Avevamo intuito, anticipando i tempi, quella che sarebbe diventata l’esigenza di oggi: case per le famiglie normali a 500 euro al mese. Studiammo e sperimentammo quello che è diventato poi un modello, poi imitato e perfino utile per le politiche abitative a livello nazionale, con il Piano Casa finalmente pronto a partire».

Guzzetti chiama tutti a raccolta: cittadini, terzo settore, enti pubblici e imprese: «Il modello che ora portiamo più in grande è quello del bando sulla coesione sociale».

 Le società evolute hanno mostrato che per uscire dalle crisi occorre visione e condivisione che vadano oltre. «Così è stato per l’housing sociale, sono convinto che possa essere la strada giusta anche per un nuovo welfare: c’è in gioco il futuro di tutti, sperimenteremo e renderemo conto, come sempre abbiamo fatto». Ecco dunque il welfare di comunità, un germoglio che sta per nascere, per fare innovazione sociale. «Se vinceremo la sfida – conclude Guzzetti – potremo dire di aver contribuito a ridisegnare il sistema di welfare del nostro Paese. Un tema di cui si parla da anni, ma che di fatto non ha trovato risposte. Progettualità e risorse pubbliche e private devono riuscire a fondersi per il bene comune».

Questo il timing del bando:
30 maggio, Call for Ideas – Entro questa data gli enti ammissibili (con sede in Lombardia e nelle province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola) potranno inviare le loro proposte. Per quanto riguardo la presenza di enti pubblici occorre chiarire che non è necessaria la loro presenza come capofila del network e in questa fase (vista anche la concomitanza con le elezioni amministrative) è sufficiente una lettera di intenti.

Luglio/Novembre 2014, Fattibilità – In questi quattro mesi le idee selezionate beneficeranno di un servizio di accompagnamento messo a disposizione dalla Fondazione sia rispetto alla progettazione, sia rispetto all’implementazione della raccolta fondi. A dicembre si terrà la selezione degli studi di fattibilità (che dovranno contenere un’analisi realistica delle risorse economiche a disposizione: per intenderci la “valorizzazione” dei volontari o delle donazione di infrastrutture tecnologiche in questo frangente non conteranno).

2015/2017, Realizzazione – L’implementazione dei progetti selezionati sarà finanziata per tre annualità. In particolare la Fondazione contrattualizzerà con rapporti annuali l’organizzazione capofila e ogni anno provvederà a valutare lo stato di avanzamento del progetto.

Sul numero del mensile in edicola da venerdì 4 aprile troverete un servizio di due pagine dedicato
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