Welfare

Welfare aziendale, fa bene il sostegno alla genitorialità

Uno studio dell'Università di Torino per Fondazione Ulaop - Crt evidenzia come le misure di supporto alla famiglia siano convenienti sa per i lavoratori che per le aziende, in un periodo in cui il caro prezzi sta mettendo in difficoltà gli italiani. Intanto nel recente Decreto Aiuti bis, la soglia di defiscalizzazione per provvedimenti a favore dei dipendenti sale a 600 euro

di Veronica Rossi

Si è molto parlato di welfare aziendale anche quest'estate quando, col decreto "Aiuti bis", è arrivato in Gazzetta Ufficiale, dopo mesi di dibattito, il raddoppio della defiscalizzazione dei fringe-benefit, passati da 258,23 euro a 600 per tutto l'anno fiscale 2022. Questo permetterà alle imprese di destinare ai propri dipendenti una serie di beni e servizi maggiore.

E alla leva del Welfare interno stanno pensando alcune aziende, per andare incontro alle difficoltò che i propri dipendenti potrebbero incontrare con il caro-energia alle porte, se non già arrivato, e l'inflazione in crescita.

Un'attenzione che, come aveva mostrato il focus dedicato da VITA nel maggio scorso (scaricabile gratuitamente qui), è crescente e richiede sempre più anche analisi degli esiti e della buone pratiche. Su questo terreno, si segnala una recente ricerca che Fondazione Ulaop – Crt, laboratorio di idee e progetti volti a promuovere un’idea condivisa della famiglia, ha affidato all'Università di Torino proprio sul tema del welfare aziendale e dei suoi impatti sulla famiglia.

Intitolata “Investire sulla genitorialità” era stata affidata già nel 2018 ed è proseguita durante la pandemia con un’analisi su Un welfare aziendale a supporto della genitorialità, realizzata in collaborazione con la Regione Piemonte e l’associazione Social Value Italia.

Il percorso ha monitorato le misure adottate da 142 tra aziende e imprese sociali e da due associazioni temporanee di imprese (Ati), anche grazie al cofinanziamento del bando regionale “Progettazione e attivazione di interventi di welfare aziendale”.

Un efficace sistema di politiche di conciliazione vita/lavoro – ha evidenziato la ricerca – ha un impatto positivo sia sulla vita dei lavoratori, sia sulla produttività delle imprese.

“Per una realtà come la Fondazione Ulaop-Crt, che ha l’obiettivo di fare da tramite tra le famiglie fragili con bambini e le istituzioni presenti sul territorio, politiche e misure che vadano nella direzione della conciliazione vita-lavoro sono fondamentali”, ha dichiarato Cristina Giovando, presidente della Fondazione, “perché sempre di più emerge in modo chiaro il duplice beneficio delle azioni di welfare aziendale per le lavoratrici e i lavoratori, ma anche le imprese stesse”.

I dati, raccolti attraverso questionari e focus group , hanno messo in evidenza come, tra le urgenze più sentite dai dipendenti delle realtà considerate, ci sia la vicinanza del bambino al posto di lavoro del genitore, per cui andrebbero attivate delle aree ad hoc come asili nido aziendali, non ancora molto diffusi sul territorio nazionale.

È stato rilevato, inoltre, che per le neo-mamme la fase di rientro sul posto di lavoro è un momento particolarmente critico: è necessario, secondo i partecipanti alla ricerca, un supporto e una tutela alla maternità, anche prima dei tre mesi dal parto. Ma la genitorialità non va collegata solo all’universo femminile.

“I tempi sono maturi per pensare a misure di welfare che non sostengano solo le madri”, continua Giovando, “ma entrambe le figure di riferimento del bambino, solo così si agirebbe in maniera completa sul nucleo familiare”.

Chi ha figli adolescenti sa quanto possa essere complesso gestire un bambino che sta crescendo; i genitori, spesso in difficoltà a causa dei grandi cambiamenti che iniziano nei ragazzi con la pubertà, hanno bisogno di un sostegno e di un accompagnamento da parte dell’azienda.

La pandemia, poi, ha reso più che mai indispensabile l’aiuto delle imprese ai propri dipendenti: se prima il welfare aziendale veniva considerato un approccio innovativo, con l’emergenza è diventato uno strumento indispensabile per tutta la famiglia. Gli intervistati, infatti, hanno segnalato che servirebbe incentivare alcune nuove misure, come gli sportelli di sostegno psicologico – o, soprattutto, agevolazioni per usufruire un aiuto di questo tipo fuori dall’orario di lavoro – e il ricorso allo smart working.

Le maggiori criticità evidenziate, invece, non riguardano tanto la qualità dei servizi offerti, quanto il passaggio di informazioni: servirebbe, secondo i partecipanti alla ricerca, una maggiore comunicazione sulle possibilità di supporto a cui accedere. Anche la continuità è importante. I dipendenti, infatti, non apprezzano l’improvvisa interruzione di percorsi già avviati.

Il discorso sul welfare aziendale è poi di particolarmente d’attualità, oltre che per il già citato decreto, per due ragioni, che lo rendono vantaggioso anche per le aziende. La prima è legata al Family act, divenuto legge lo scorso 6 aprile, che ha posto l’accento sull’importanza delle misure messe in atto a sostegno dei lavoratori che hanno dei figli, perché consentirebbero di rispondere alle esigenze delle famiglie evitando l’allontanamento dal posto di lavoro. La seconda ragione ha a che fare col Pnrr, che ha previsto l’assegnazione di punteggi aggiuntivi nella sezione bandi a imprese e operatori economici impegnati in materia di conciliazione vita/lavoro e di inclusione.

Approfondisci la ricerca, scaricando il documento (link in basso, dopo i tag).

foto da Pixabay

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