Welfare

Welby, la procura ricorre contro il giudice

Il ricorso è contro l'inammissibilità dichiarata dal giudice Salvio

di Redazione

La procura intenderebbe ricorrere contro la sentenza del giudice Angela Salvio che, pur riconoscendo il diritto di Piergiorgio Welby ad interrompere il trattamento che lo tiene in vita, ha rigettato il suo ricorso (il diritto non sarebbe concretamente tutelato dall’ordinamento). Lo riferisce, in una nota, Radio Radicale. La notizia e’ confermata dall’Associazione Coscioni.
Soddisfazione e’ stata espressa da Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani, per la decisione della Procura di Roma di ricorre contro la sentenza del tribunale sul ”caso Welby”. ”Mi fa molto piacere – ha detto la Bernardini all’ADNKRONOS – perche’ sembrava non avesse tenuto conto delle osservazioni sul diritto di Welby di staccare la spina sotto sedazione terminale”. ”Ritengo che che sia una decisione positiva – ha detto ancora – perche’ il ricorso e’ fatto contro l’inammissibilita’ decretata dal giudice Salvio”.

Dopo aver esaminato in tutti i suoi particolari l’ordinanza emessa dal giudice i pubblici ministeri sottolineano quello che ritengono ”il vizio logico dell’ordinanza che dalla premessa (corretta) secondo cui nel nostro ordinamento esiste un divieto di accanimento terapeutico e un correlativo diritto di pretenderne la cessazione, perviene ad una conclusione (del tutto erronea) per cui questo diritto non puo’ essere tutelato a causa della mancata definizione, in sede normativa, delle sue modalita’ attuative”. ”Sul piano della teoria generale -e’ scritto ancora nell’ordinanza- non puo’ esistere un diritto soggettivo perfetto (come quello riconosciuto in capo al ricorrente) insuscettibile di tutela perche’ e’ proprio la possibilita’ di azionare la pretesa in un giudizio a qualificare la posizione di diritto soggettivo. In altri termini il diritto soggettivo o esiste o non esiste; se esiste non potra’ non essere tutelato, incorrendo altrimenti l’organo di giustizia in un inammissibile no liquet, con effetto di lasciare senza risposta una pretesa giuridicamente riconosciuta alla stregua di fondamentali principi indicati dallo stesso giudice del provvedimento impugnato”. Ad esaminare il reclamo della procura sara’ lo stesso tribunale civile, ma non piu’ in sede monocratica, come avvenuto per il procedimento definito dal giudice Salvio, bensi’ in sede collegiale. L’ udienza sara’ fissata nei prossimi giorni.


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