Famiglia

Welby: è andato tutto come voleva lui

E' stato sedato e poi sospesa la respirazione. Ecco le parole di Mario Riccio, il medico che ha accolto il desiderio di Welby, nella conferenza stampa in corso a Roma alla Camera

di Sara De Carli

L?on. Cappato mi ha chiesto di essere presente, ho ritenuto opportuno esserci per evitare poi di essere inseguito in seguito.
Io sono medico anestesista rianimatore dell?ospedale di Cremona. Nelle settimane passate, visto il mio impegno nella bioetica (consulta di mori) sono entrato in contatto con l?associazione Coscioni, mi ero proposto per alcuni approfondimenti su alcuni aspetti tecnici e medici. Poi c?è stata la richiesta per capire se da parte mia c?era la possibilità di realizzare il desiderio di Welby. Io non vedevo ostacoli, ritenendolo un diritto riconosciuto e ampiamente praticato, pertanto mi sono reso disponibile. Con Cappato abbiamo preparato tutto, cercando di evitare che ci fossero pressioni su di me e sui famigliari. Eravamo pronti a partire appena Piergiorgio ce l?avesse richiesto. Io sono venuto lunedì a Roma, dove ho conosciuto di persona Piergiorgio Welby. Prima avevo letto il suo libro. Lunedì abbiamo lungo colloquio, confermata ampiamente la sua volontà di interrompere terapia ventilatoria e che questo fosse avvenuto in corso di sedazione. Superati alcuni aspetti tecnici che penso non vi possano interessare, ieri sera, come Welby aveva chiesto ? volgio approfondire aspetto interpersonale, abbiamo approfondito insieme questi aspetti, ho preso cosicneza piena della sua volontà a me personalmente espressa, lui aveva riflettuto sulla lettera di Marino, aveva saputo del pronunciamento del tribunale civile, eri sera gli ho richiesto se il ricorso della procura modificava qualcosa ma lui ha detto che non cambiava il suo proponimento e che nella giornata id ieri desiderava essere sedato e interrompere la sua terapia.

Solo una nota. Welby aveva chiesto a Napolitano di essere staccato dal respiratore e sedato (prefereibilmente per via orale). Questo lo chimava eutanasia. “Il mio sogno, anche come co-Presidente dell?Associazione che porta il nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l?eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi”. Era una battaglia politica precisa. Oggi invece, in conferenza stampa, la stessa sequenza di azioni non si chiama più eutanasia. Si chiama normale sospensione del trattamento, quella che si fa tutti i giorni nei reparti di terapia intensiva. Volevano vincere una battaglia o vincere la guerra?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA