Non profit

Web, il Moige: “Google e Yahoo devono proteggere i bimbi dai contenuti inadatti”

Elisabetta Scala: “È necessaria una presa di responsabilità da parte degli operatori del settore”

di MOIGE - Movimento Italiano Genitori

Fa discutere la richiesta di oggi della più importante società di produzione di film pornografici al mondo, l’americana Vivid Entertainment, che si è rivolta ai colossi di internet Google e Yahoo chiedendo di fare di più per proteggere i bambini dall’esposizione a contenuti di carattere sessuale sulla rete. ?Oggi in Italia il 24% dei genitori lascia che il figlio navighi da solo e il 47% lo controlla solo saltuariamente. Ecco che emerge con chiarezza quindi il ruolo di responsabilità che investe motori di ricerca come Google o Yahoo (ma anche gli altri) nel cercare di proteggere i minori dai contenuti erotici su internet?, ha affermato Elisabetta Scala, Responsabile dell?Osservatorio media del Moige-Movimento Italiano Genitori. ?E? significativo che si sia arrivati al punto di ricevere sollecitazioni da chi produce sesso per operare in direzione della protezione dei bambini su internet?, prosegue Elisabetta Scala, ?Da anni diciamo che i bambini vengono lasciati troppo soli davanti alla rete, e che questo li espone a pericoli di ogni genere: da qui la necessità di una presa di responsabilità da parte degli operatori del settore. Basti pensare che in Italia (indagine SWG per Moige) il 24% dei genitori lascia che il figlio navighi da solo e il 47% lo controlla solo saltuariamente. Risulta dunque che solo il 29% dei minori viene costantemente seguito durante la connessione. Nel 45% dei casi il pc è nella camera dei genitori e nel 29% in una stanza centrale della casa ma c?è anche un 25% dei genitori che lascia il pc in camera dei figli. In una casa su 4 dunque questo è a completa disposizione dei ragazzi ed è difficilmente controllabile dagli adulti?. ?Ma il rischio?, continua la Scala, ?e? anche a scuola: il 64% degli insegnanti non ha seguito corsi sui pericoli on line, e in una scuola media su 5 i pc non dispongono di filtri per i minori. Tutto questo deve far pensare: è necessario che i motori di ricerca, nonché le case produttrici di software, uniscano le forze per progettare assieme alle famiglie modelli tecnologici di filtro e iniziative formative che possano far da contrasto all?esposizione dei minori a contenuti di carattere sessuale sulla rete?.


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