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Voto Usa: potrebbe andare come in Florida

Il legale della campagna elettorale di Bush mette le mani avanti: "Potremmo dover aspettare giorni o settimane per conoscere il vincitore delle elezioni..."

di Paolo Manzo

L’incubo di una replica dei 36 giorni di stallo elettorale in Florida diventa ogni giorno più reale: ad ammetterlo è lo stesso legale della campagna elettorale di George Bush, Tom Josefiak, secondo il quale ”potremmo dover aspettare giorni o settimane per conoscere il vincitore, se vi saranno, anche in un solo stato, risultati contestati”. Parole che hanno subito però suscitato una dura reazione da parte dei democratici che accusano gli avversari di voler creare un clima d’incertezza:”Sembra che i repubblicani vogliano che la gente pensi che i risultati che vedranno la notte elettorale non saranno accurati, posizione molto lontana da quella del 2000. Forse pensano che si troveranno indietro”. Tensioni politiche a parte, i sondaggi che continuano a dare George Bush e John Kerry impegnati in un testa a testa che sembra destinato a continuare fino alla vigilia del voto confermano la possibilità che in Florida, o in un altro degli altri stati in bilico, ci si ritrovi nella situazione del ”too close to call”, cioè una distanza troppo ristretta tra i due candidati per proclamare il vincitore. In questo caso si dovrà aspettare, anche prima di un eventuale riconteggio delle schede, che vengano scrutinati gli ”absentee ballot”, cioè i voti inviati per posta, in maggior numero dagli americani residenti all’estero. E, come tutti abbiamo imparato durante la lunghissima saga politico-televisiva dello stallo elettorale di quattro anni fa, è sufficiente che le schede inviate per posta abbiano il timbro postale dell’election day per essere scrutinate. Per esempio, proprio in Florida, verranno considerate valide le schede dei militari all’estero arrivate fino al 12 novembre. Senza contare che quest’anno, dopo le polemiche e le conseguenti azioni legali per le migliaia di elettori che non hanno potuto votare perchè non inseriti sulle liste elettorali, a tutti gli elettori che non risulteranno negli elenchi verrà permesso di dare un ”voto provvisorio”, che verrà convalidato solo dopo che la commissione elettorale avrà verificato la loro effettiva presenza nelle liste elettorali. In molti stati americani le persone che sono state condannate per determinati reati perdono il diritto al voto. A conferma dei timori di un altro stallo elettorale, gli ultimi sondaggi descrivono una situazione di completa parità tra i due candidati in Florida. I probabili elettori infatti dello stato si dividono perfettamente tra Bush e Kerry, 48 a 48. Ancora una volta, come avvenne quattro anni fa per Al Gore, potrebbe essere Ralph Nader a decretare la sconfitta del democratico nello stato e la perdita dei suoi cruciali 27 voti elettorali, anche se l’indipendente sarebbe fermo all’un per cento, al di sotto del risultato registrato nel 2000. Ma il sondaggio del Washington Post ha anche qualche notizia preoccupante per Bush: pur confermato, infatti, il suo vantaggio tra gli elettori ispanici appare diminuito rispetto a quattro anni fa. Il fatto è che mentre il repubblicano continua a godere di un solido sostegno tra i cubani e gli ispanici più anziani, Kerry è riuscito a conquistare un vantaggio, anche se di misura, tra i ‘latinos’ e tra gli elettori più giovani. Un abitante su cinque della Florida è ispanico.


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