Volontariato
Voto a sorpresa alla Camera. Telestreet è salva
Mentre i deputati si azzuffavano sulla legge Gasparri, passavano tre ordini del giorno dellopposizione che permettono alle micro tv di continuare a trasmettere.
Dopo due anni di sperimentazioni e tre oscuramenti, le tv di quartiere escono dall?ombra e dall?illegalità. L?appoggio del Parlamento alle microemittenti presenti in più di cento città è arrivato con alcuni ordini del giorno approvati dalla Camera dei deputati il 2 ottobre, durante i frenetici lavori sulla legge Gasparri. L?iniziativa è partita da un gruppo di deputati dell?opposizione che, nella confusione dei lavori sul riassetto del sistema radiotelevisivo, sono riusciti a far approvare ben tre ordini del giorno a favore delle piccole emittenti nate come espressione della società civile.
Nei testi in questione si dichiara tra l?altro che le tv di quartiere sono “la risposta a un sistema sempre più dominato dai grandi gruppi e sempre più lontano dalle esigenze dei singoli e delle piccole realtà”, e si impegna il governo “a predisporre un decreto che consenta, provvisoriamente, alle emittenti di strada di continuare a trasmettere nei cosiddetti coni d?ombra”, cioè utilizzando su scala locale frequenze nazionali assegnate formalmente ad altre emittenti, ma di fatto inutilizzate. Un altro formale impegno assunto dalla Camera a nome del governo è quello di “non procedere alla chiusura delle televisioni di strada in mancanza dei risultati di un?indagine che consentano una specifica normativa in materia”. In un altro ordine del giorno, approvato nella stessa circostanza, si fa notare che anche Rete4 trasmette da anni senza l?assegnazione formale di una concessione televisiva e che “mentre resta in piedi questa gravissima illegalità, la Escopol sta provvedendo all?oscuramento di numerose piccole emittenti”.
Il riferimento è a Telefabbrica di Termini Imerese, oscurata dalle autorità del ministero nel dicembre scorso; Disco Volante, realizzata a Senigallia da una cooperativa di disabili e oscurata a settembre; e infine l?emittente creata dal piccolo Comune pisano di Peccioli, dove il sindaco ha rimandato a casa i funzionari del ministero venuti per oscurare le trasmissioni dei consigli comunali e degli eventi locali.
“L?amministrazione comunale di Peccioli”, si legge in un comunicato, “non nega che la tv operi senza concessione e dunque in un regime di illegalità, ma ha sempre concepito questa iniziativa nei termini di battaglia civile per rivendicare l?uso comunitario dell?etere, in sintonia con l?art. 21 della Costituzione italiana”. “Pertanto”, prosegue il documento, “questa amministrazione conferma l?intero palinsesto delle trasmissioni e l?organizzazione di percorsi formativi e seminari teorici per consegnare il futuro della sperimentazione nelle mani degli stessi cittadini”.
Nonostante il ?pugno di ferro? annunciato nei mesi scorsi dal ministro Gasparri contro le tv di quartiere, i lavori parlamentari sul riassetto del sistema radiotelevisivo hanno segnato un punto di non ritorno per la legalizzazione di questo network spontaneo e decentralizzato, uno spazio di comunicazione al di fuori delle logiche politiche e commerciali che condizionano i giganti dell?etere.
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