Formazione

Voti e un maestro,bdue idee giuste

Io non sciopero Giuseppe Proserpio

di Redazione

Q uasi tutti i suoi colleghi della scuola media statale di Sovico, nel Milanese, il 30 ottobre parteciperanno allo sciopero nazionale. Lui, Giuseppe Proserpio, professore di Lettere, invece in piazza non ci sarà. «Non condivido tutte le scelte del governo, ma non ritengo di avere abbastanza elementi su cui prendere posizione», dice. «Per poter ragionare di contenuti occorre aspettare i decreti attuativi che andranno a declinare operativamente il decreto legge 137».
Vita: Quindi chi sciopera lo fa sul nulla?
Giuseppe Proserpio: La scuola ha bisogno di tornare ad essere un luogo di crescita e per recuperare la sua centralità educativa ha bisogno di ben altro che qualche taglio. Ci sono una serie di problematiche, come la selezione e la formazione degli insegnanti, che richiedono del tempo. Vedremo se, dopo questa prima mossa, il governo avrà la forza di riformare davvero il sistema dell’istruzione. Per ora sta semplice riorganizzando.
Vita: Era proprio necessario?
Proserpio: Necessari sono i tagli. L’esigenza di ridurre la spesa scolastica, però, apparteneva anche ai governi precedenti, come risulta dal Libro bianco redatto dagli ex ministri Padoa Schioppa e Fioroni per raggiungere gli obiettivi di Lisbona: uniformare entro il 2010 il bilancio della scuola e il sistema dell’istruzione italiano agli standard europei. Quel documento solleva le problematiche di cui oggi si discute, relative al corpo insegnante, al costo della scuola per alunno, al rapporto numerico docenti/studenti rispetto al resto d’Europa.
Vita: Il decreto Gelmini, dunque, è in linea con quel documento?
Proserpio: Nella sostanza mi sembra una sua conseguenza diretta.
Vita: Come giudica i suoi colleghi che scenderanno in piazza?
Proserpio: Li rispetto e accetto il confronto. Trovo, però, che il dibattito pubblico si stia attestando sulla formula dello slogan più che sul fatto. Penso, per esempio, alla confusione che regna sul tema del tempo pieno: si accusa il ministro di volerlo abolire; lei dichiara invece di non averlo mai neppure pensato. Tuttavia non chiarisce come intende mantenerlo. Quando ci sarà dato saperlo, prenderò posizione.
Vita: La preoccupa il ritorno al maestro unico?
Proserpio: Da genitore, non sono preoccupato. Al contrario. Pur giudicando validi entrambi i modelli educativi, quello del maestro prevalente e quello a modulo (con un team di insegnanti), per mia figlia, che li ha provati tutti e due, è stato decisamente migliore il primo. Però, l’ideale sarebbe lasciare scegliere alle famiglie.
Vita: Cosa ne pensa della valutazione in decimi e del voto in condotta?
Proserpio: Ristabilire il metro decimale dovrebbe favorire, almeno in fatto di chiarezza, la comunicazione scuola-famiglia. E poi ha obbligato noi professori a domandarci che cosa significhi comportarsi da 5 o da 10, che cosa sia giusto chiedere ai ragazzi, in un’età in cui il voto è sì misurativo ma anche formativo.


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