Politica

Votato in Germania, ora tocca alla Polonia

Il 25 settembre i polacchi eleggeranno il nuovo parlamento e due settimane dopo il nuovo Presidente. Sono 40 milioni circa i cittadini europei che rinnoveranno le proprie istituzioni

di Giulio Leben

E’ la prima volta che, dalle elezioni libere del 1989, le elezioni del nuovo parlamento, il Sejm, e del Presidente cadono in date così vicine. Eppure questa estate non è stata teatro di una campagna elettorale particolarmente vivace. Per quanto l?autunno polacco sembra preannunciarsi caldo. Wlodzimierz Cimoszewicz, candidato presidenziale dell?Alleanza della sinistra democratica (Sld) in luglio sembrava, infatti, quasi certo della vittoria. Ora ha sorpreso tutti gettando la spugna dopo una polemica sorta per uno scandalo finanziario successo tre anni fa. Tanto che le previsioni danno attualmente in testa Donald Tusk, candidato di centro-destra. Il tramonto di Solidarnosc Il passato per i polacchi è più attraente del futuro. Venticinque anni fa lo sciopero degli operai dei cantieri navali di Danzica diede inizio al movimento per la libertà: il sindacato Solidarnosc (Solidarietà). Quest?ultimo ha portato il Paese alle prime elezioni libere del 1989 e ha contribuito alla fine del comunismo in tutta Europa. Solidarnosc, che prima era una forza unificatrice, è ora in tumulto: il sindacato, i cui membri si sono ridotti da dieci millioni a seicentomila sta perdendo anche il suo leader storico, Lech Walesa, considerato da molti il traditore degli ideali di Solidarnosc. Dalle cui file sta per uscire. Meglio gli scandali che la politica Paese indaffarato dunque. L’agenda politica quotidiana prevede di definire innanzitutto quel che resta dell?eredità comunista, e anche gli scandali relativi della corruzione dell?ex Primo Ministro Miller. Ma il lavoro di investigazione va sempre più spesso al di là della sua legittimità e i media si preoccupano più degli scandali che del dibattito politico. E da qui inevitabilmente derivano problemi: quasi un polacco su cinque è disoccupato; la migliore università è al quattrocentesimo posto nelle classifiche internazionali; la Polonia è molto prossima al Perù in quanto al valore dell?indice di corruzione elaborato da Transparency International; infine, i bambini della Lubelskie, regione nel cuore dell?Europa, soffrono di malnutrizione. Ma nessun partito politico o candidato presidenziale sembra capace di farsi carico di istanze costruttive e di delineare un programma pragmatico. Gli exit poll sulle elezioni del Sejm predicono una competizione tra i conservatori populisti del Partito di Legge e Giustizia (PiS) e il partito dei conservatori liberali del Partito Po (Piattaforma civica), mentre la destra populista Samoobrona (Autodifesa), l?Alleanza democratica della sinistra (Sld) e la Lega nazional conservatore delle famiglie polacche (Lrp) sembrano perdere terreno. La Polonia? 40 milioni di europei Dal 2004, inoltre il paese è entrato a far parte dell’Unione europea. un salto in avanti che però non sembra corrispondere all’interno con un simile cambiamento. Alla fine, sembra sarà ancora il passato e non le prospettive future a decidere il nuovo Presidente. Lo spirito di Solidarnosc, ancora radicato nella coscienza collettiva, potrebbe far tornare a chiedersi dov?erano i candidati nell?estate 1980, durante i grandi scioperi e la nascita del celebre sindacato. Quando Kasczynski appoggiava spontaneamente gli scioperanti del cantiere navale di Lenin, e Tusk appoggiava Solidarnosc a mezzo di pubblicazioni clandestine. E Cimoszewicz, invece, si cimentava a migliorare il suo inglese negli Stati Uniti d?America.


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