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Votare è un diritto, anche per chi è lontano da casa

La presidente del Consiglio nazionale dei giovani, Maria Cristina Pisani, prende posizione sul voto per i fuorisede, attualmente in discussione in Parlamento

di Veronica Rossi

«Circa cinque milioni di fuorisede non riescono ad esercitare il proprio diritto di voto. L’Italia è il Paese con il minor numero di modalità alternative per votare, a svantaggio soprattutto di studenti e lavoratori fuorisede. Una difficoltà, questa, tra le principali cause dell’astensionismo involontario che porta troppi ragazzi e ragazze a non partecipare al voto per motivi indipendenti dalle proprie scelte». Lo afferma la presidente del Consiglio nazionale dei giovani, Maria Cristina Pisani, intervenendo sul tema del voto fuori sede, attualmente all’esame del Parlamento.

«Una situazione paradossale se consideriamo che è, invece, garantito da tempo il voto degli italiani all'estero per corrispondenza. Rimuovere gli ostacoli», prosegue la Presidente del Cng, «che impediscono a chi vive lontano dal proprio Comune di residenza di esercitare questo diritto è, per questo, fondamentale, soprattutto alla luce dell'alto tasso di astensionismo giovanile che ha raggiunto il 37% alle scorse elezioni politiche toccando il 50,5% alle precedenti elezioni europee con un aumento considerevole nelle regioni del Sud».

«Il diritto di voto è uno strumento di esercizio di libertà individuale e una delle massime forme d’espressione democratica. Per questo rivolgiamo un appello al Governo e a tutte le forze politiche affinché si trovino, in tempi molto brevi, soluzioni efficaci e concrete che garantiscano il diritto di voto a tutti i fuorisede. Non possiamo permetterci di escludere milioni di giovani cittadini elettori dalle elezioni europee del prossimo anno».

«Solo attraverso una partecipazione attiva e consapevole che coinvolga le giovani generazioni», conclude la Presidente del Consiglio nazionale dei giovani, «nei processi decisionali possiamo costruire Istituzioni più solide e rappresentative».


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