Volontariato

Volontariato Toscana: un bilancio della conferenza

Tra coprogettazione del welfare e rischio scomparsa per le piccole realt

di Gabriella Meroni

Dare strumenti concreti per sostenere l’impegno delle piccole associazioni, coinvolgere i giovani ascoltando prima di tutto i loro bisogni. Ma anche favorire la capacità di fare rete, di diffondere le informazioni e di promuovere il valore del volontariato come soggetto politico. Questi gli elementi di fondo emersi dai quattro focus group su cui si è concentrata nel pomeriggio di ieri, sabato 10 marzo, la Conferenza regionale sul volontariato di Lucca, che si chiude oggi con la presentazione del Manifesto del volontariato toscano.

?Non è mai stato così difficile come nella realtà di oggi costruire il welfare e renderlo appropriato ai bisogni? ha sottolineato Luigi Remaschi (Direttore Anpas Toscana) nel gruppo dedicato alla riflessione su volontariato e welfare. In questo contesto, ?diventare da elemento soggettivo a soggetto capace di cambiare la società ? ha precisato Remaschi ? è un plus valore che solo l’organizzazione di volontariato può ottenere come soggettività politica?, in grado prima di tutto di intercettare i bisogni che rimangono inevasi. Il bisogno di veicolare e diffondere le informazioni come primo passo per costruire politiche di rete è emerso dall’incontro sul ruolo del volontariato nel contesto dell’Europa e della cooperazione internazionale. Un ambito d’azione in cui ?una società civile si attiva per sviluppare un’altra società civile?, si è detto durante il gruppo di lavoro.

Occorre ?essere appropriati nell’avvicinarsi a chi si vuole aiutare, porsi con grande umiltà ? ha affermato Luciano Franchi (Presidente Avis Toscana) ? garantire continuità per far crescere nuove risorse umane?. Dal gruppo è anche emersa la richiesta di costituire un tavolo di lavoro che metta insieme gli assessorati regionali al welfare e alla cooperazione, in modo da portare avanti programmi condivisi. Quello che può conferire al volontariato un ruolo politico è dunque costruire spazi dove si alimenta il vivere insieme ? è stato sottolineato durante il focus group volontariato, politica e comunità solidali ? collocandosi sui luoghi di frontiera, di confine, in cui mancano le risposte della pubblica amministrazione e servizi strutturati.

?Le piccole associazioni devono proprio essere costrette a scomparire??, ha rilanciato l’Associazione Immigrati di Grosseto, dando voce all’insofferenza verso le grandi organizzazioni che fanno massa critica ma sono le uniche ad avere visibilità e capacità di contrattazione. Dunque il concetto chiave per il volontariato è contare di più nella ?coprogettazione’ dei servizi, incidere nello stabilire orientamenti e priorità proprio in virtù della capacità di leggere i bisogni del territorio. Leggere i bisogni vuol dire anche essere capaci di raggiungere i giovani e superare il loro timore di avvicinarsi al volontariato, come è stato evidenziato nel gruppo di lavoro centrato proprio sul rapporto tra volontariato, educazione e formazione alla solidarietà. Può darsi che le proposte del volontariato non siano del tutto in linea con il modo in cui i giovani oggi interagiscono, in un contesto in cui si bruciano le esperienze in fretta ma si rimane ?adolescenti’ a lungo.
?Ma forse è anche vero che oggi i ragazzi si sentono poco ascoltati ? ha evidenziato Chiara Criscuoli, Cnv ? se non siamo pronti per primi a dialogare, perdiamo questa volontà. Quando siamo andati nelle classi e ci siamo mostrati disponibili a dare tempo e ascolto, abbiamo ricevuto voglia di fare ed entusiasmo.?


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