Volontariato

Volontariato, sfida alla crisi

Un bilancio della Conferenza nazionale dei Centri di servizio

di Maurizio Regosa

«È un servizio anche aiutare le organizzazioni a fare scelte strategiche», dice il presidente di CSVnet, Marco Granellli. Le idee (e le reazioni) emerse dall’appuntamento di ChietiFare sistema al tempo della crisi. Ridefinire il ruolo dei Centri di servizio al volontariato. Discutere dei sistemi di controllo interni ed esterni. Mettere a fuoco il loro contributo alla formazione di una cittadinanza attiva anche nei momenti di emergenza. Erano i temi all’ordine del giorno della Conferenza nazionale dei Csv, organizzata a Chieti da CSVnet il 2 e il 3 ottobre (e conclusasi, il 4, a L’Aquila con un approfondimento specifico sulle iniziative svolte nelle aree terremotate). Una discussione a tutto campo partita, come spiega il presidente di CSVnet, Marco Granelli, dalla «consapevolezza di aver raggiunto una capacità significativa di essere al servizio del volontariato». Cosa questo significhi però, in tempo di crisi e di riduzione delle risorse disponibili (nel 2009, calate quasi del 50%), è tutt’altro che pacifico. «È servizio anche aiutare il volontariato a fare scelte strategiche», sostiene Granelli. Scelte che per definizione «hanno bisogno di tempi lunghi e di programmazione certa». Ma come è possibile se le risorse sono ripartite annualmente? «Qui il nodo e il confronto anche con le fondazioni di origine bancaria e con i Comitati di gestione. Noi vorremmo che la distribuzione delle risorse fosse perequata per superare la disparità territoriale e che fossero creati dei fondi per consentire una maggiore continuità progettuale da parte dei Csv».
Sono del resto alcune delle proposte contenute nella bozza di riforma dell’articolo 15 della legge istitutiva (la 266/91) presentata da CSVnet e che punta, si legge nel documento, a «dare continuità nel tempo ed equa distribuzione territoriale dell’attività di sostegno al volontariato, attraverso la perequazione territoriale e la stabilizzazione autonoma e vincolata delle risorse». Fra gli altri obiettivi indicati, quello di garantire il ruolo autonomo di indirizzo e governo dei Csv da parte delle odv, di garantire il rispetto del vincolo di destinazione delle risorse gestite dalle odv; di promuovere «alleanze tra soggetti che operano a favore del volontariato, attraverso azioni di sostegno al volontariato a livello locale, regionale e nazionale, cofinanziate con risorse dei Csv e con risorse aggiuntive delle fondazioni e di altri soggetti». Sulle reazioni a tali proposte, potete leggere, nei box di questa pagina, i pareri di alcuni degli intervenuti. A noi resta da riferire del convegno a L’Aquila (organizzato sempre da CSVnet assieme al Coordinamento dei quattro Csv abruzzesi) e intitolato «Dalla ricostruzione materiale a quella dei beni relazionali».
Oltre che discutere delle iniziative intraprese dai Csv per i terremotati, è stata l’occasione per fare il punto sul progetto Casa del volontariato. Un centro che non sarà solo la nuova sede del Csv aquilano ma un vero e proprio laboratorio di attività aperto a tutto il volontariato.
Per il momento sono stati raccolti (anche grazie a una raccolta fondi straordinaria promossa dalla rete dei Csv in collaborazione con Banca Etica e il Gruppo editoriale Vita) circa 350mila euro (il 17% viene dai Csv, il 28% da singole associazioni, un altro 28% dal fondo Vita, 21% da un altro fondo). Ne servono altri 250mila. Intanto Csv, Forum del terzo settore, Acri e Co.ge. hanno messo a disposizione 2,5 milioni di euro per progetti di infrastrutturazione sociale.

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