Attivismo

Volontariato? Per essere trasformativo, deve essere scomodo

A Catania il Centro di Servizio per il Volontariato Etneo ha organizzato una giornata di confronto su modalità e finalità dell'impegno civile. Ecco come è andata

di Redazione

Una grande partecipazione ha caratterizzato il convegno “Trasformazioni: Volontariato in Azione”, organizzato dal Centro di Servizio per il Volontariato Etneo (Csve) che si è tenuto sabato 21 settembre presso lo storico Palazzo Valle di Catania. L’evento, dedicato al ruolo trasformativo del volontariato nelle comunità locali, ha visto la partecipazione di oltre 150 volontari provenienti dalle province di Catania, Enna, Ragusa e Siracusa, oltre a rappresentanti istituzionali e del Terzo settore.

Il presidente del Csve, Salvatore Raffa, ha sottolineato l’importanza del convegno: «È stato un momento cruciale per riflettere su come il volontariato possa generare trasformazioni sociali profonde e durature. Un’occasione per chi già opera nel settore, ma anche per chi desidera avvicinarsi a questo mondo e comprendere il suo impatto concreto».

Un evento che per un’intera giornata ha ospitato cinque laboratori diffusi per l’intera città: gli oltre cento volontari partecipanti di età compresa fra i 18 e gli 80 anni, guidati da esperti del settore (Maura La Greca, Ylenia Fiorino, Valentina Martano, Nicola Bedogni e Michela Gaffo), si sono confrontati sul valore del volontariato nell’ambito urbano e sociale, favorendo il dialogo tra cittadini e istituzioni.Il successo dei laboratori è stato possibile grazie alla collaborazione con realtà locali, tra cui la Fondazione Puglisi Cosentino, la Comunità Islamica di Sicilia e Trame di Quartiere.

A partire dalle indovinato titolo dell’evento (“Trasformazioni: volontariato in azione”) si è sviluppata la tavola rotonda animata dagli interventi oltre che di Raffa, della presidente di Csvnet Chiara Tommasini, del direttore di VITA Stefano Arduini, del dirigente della regione Sicilia responsabile del Runts (il registro unico del Terzo settore) Antonino Maggio e della componente del Forum regionale del Terzo settore Agnese Gagliano. I lavori sono stati coordinati dalla giornalista Valentina Cinnirella.

Il filo rosso su cui si è centrato il dibattito sono state le condizioni affinché il volontariato sia davvero trasformativo. Arduini ha posto l’accento sulla necessità che «i volontari e le organizzazioni acquisiscano piena consapevolezza del ruolo politico delle loro attività, perché è importante raccontare e conoscere non solo quello che “fanno” i volontari, ma anche quello che “sanno”. Essendo i soggetti che meglio conoscono i problemi sociali e le soluzioni sono indispensabile alla politica locale e nazionale per mettere in campo buone politiche ed evitare sprechi di risorse umane ed economiche: è questo il senso della sussidiarietà». «Giusto essere dialoganti con le istituzioni in una logica di collaborazione e responsabilità», ha chiosato Arduini, «ma è necessario che i volontari non rinuncino a fare da pungolo, a indicare strade diversi, altrimenti si cade nel conformismo del “facciamo quello che abbiamo sempre fatto”». «Essere un po’ “scomodi”», ha concordato Tommasini, «non è solo la chiave per generare modelli di sviluppo più umani e sostenibili, ma è anche una strategia di sviluppo del mondo di volontariato che deve tornare ad essere più “desiderabile” per le giovani generazioni, oggi vedo un volontariato organizzato troppo “seduto”, serve una scossa per rilanciare quello che siamo e le ragioni della nostra funzione sociale». 

La seconda parte del convegno infine ha visto l’intervento di Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia, che ha presentato il tema “Dall’Io al Noi: Storie di Trasformazione e Comunità”. A seguire, l’attrice Tiziana Di Masi ha incantato il pubblico con una toccante performance teatrale, portando in scena un estratto del suo spettacolo “#IOSIAMO Dall’Io al Noi”, che ha evidenziato la forza del cambiamento collettivo generato dall’impegno civico.

Credit foto: Sergio Agazzi

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