Non profit
Volontariato, mi fido di te
Una ricerca dell'Eurispes conferma l'alto tasso di fiducia degli italiani nei confronti del non profit
Sarà stato il forte impegno dimostrato durante e dopo il terremoto in Abruzzo o sarà stato il lavoro svolto giorno dopo giorno per aiutare chi, specie con la crisi economica, fa fatica ad arrivare a fine giornata, saranno state le esperienze positive personali di gran parte dei cittadini, fatto sta che le associazioni di volontariato sono molto apprezzate dagli italiani, tanto da attestarsi in cima alla classifica degli enti su cui i cittadini ripongono più fiducia.
A confermarlo è il rapporto dell’Eurispes “La cultura del dono in Italia” da cui emerge che il volontariato, in tutte le sue forme, è una componente strutturale e apprezzata del panorama sociale italiano. Ed è l’unica, secondo gli esperti, a mantenere alto il proprio livello di fiducia, nonostante il calo registrato negli ultimi anni.
Ben il 71,3% degli italiani infatti, ha detto di credere nell’associazionismo (nel 2004, però, era il 90%), ben più che nelle Forze dell’ordine (69,6% Carabinieri, 63,3% Polizia, 62,7% Guardia di Finanza) e del Presidente della Repubblica (62,1%). Per non parlare delle altre istituzioni, che si fermano ben più indietro. La Scuola è al 47,2%, la magistratura al 44,4% e le istituzioni religiose al 38,8%. Per quanto riguarda la politica, i risultati sono molto deludenti.
Secondo la società di statistica, sarebbero 1.100.000 i volontari che operano con continuità, a cui aggiungere i 4 milioni che vi si impegnano a fasi alterne. Tra le regioni più impegnate ci sono l’Emilia Romaga (14,4% del totale nazionale) e la Toscana (l’11,5%). Quelle con la percentuale più alta di cittadini che dedicano tempo al volontariato sono l’Alto Adige (19,1%), il Veneto (13,8%) e l’Emilia Romagna (12,3%). Il Sud, invece, resta il fanalino di coda, con la Sicilia (4,8%), la Campania (5,2%), la Calabria (5,4%) e, a sorpresa, il Lazio (5,5%)
Per quanto riguarda le donazioni, i valori si attestano intorno al 20% per ogni in ogni fascia, escluse quelle che, per ovvi motivi di età, non hanno grandi disponibilità economiche, cioé gli under 18 e gli ultra 75enni. In testa rimangono i 55-59enni tra gli uomini (24,3%) e delle 45-54enni tra le donne (21.9%).
La fonte di finanziamento principale per le onlus rimane l’attività istituzionale (61%), le donazioni contano solo per il 3% e le risorse pubbliche per il 36%. Un dato molto basso rispetto alla media europea, dove l’intervento del pubblico risulta l’entrata più rilevante: in Francia tocca il 58%, in Germania il 64%.
«Quella del dono – afferma Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes – è la metafora di un mondo nel quale i rapporti umani si limitano alla semplice conoscenza superficiale che non impegna, non coinvolge. Un mondo nel quale si intessono relazioni e rapporti funzionali al conseguimento di un risultato, che si esauriscono così come si consuma il rapporto tra venditore ed acquirente al momento dell’acquisto»
«Tuttavia – prosegue Fara – si scorgono nuovi segnali, che via via si fanno sempre più forti e interessanti, di una diversa ricerca di senso tra le generazioni più giovani. Cosi’ si spiegano le tante realtà silenziose che occupano di giorno in giorno spazi sempre maggiori del vivere associato. Piano piano vedremo emergere la novità di una crescita ulteriore del volontariato e di nuove forme di aggregazione giovanile, ispirate e guidate dall’esigenza di risolvere i tanti problemi di giustizia sociale che affliggono i giovani, ma non solo loro».
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