Famiglia

Volontariato: mass media ko, spot ok

I risultati di un'indagine Euro RSCG su un campione di mille operatori del sociale

di Redazione

Gli esponenti italiani del volontariato e del non profit bocciano i mass media. Tuttavia cresce, per nove su dieci, la voglia di diventare famosi, di andare in tv e di fare pubblicita’ alla propria attivita’. Ma guai a sbagliare testimonial: bocciati politici, top model e, a sorpresa, anche i sacerdoti presenzialisti alla don Mazzi, vengono invece promossi la piccola Sharon dello spot di Telefono Azzurro, la conduttrice di Uno Mattina Monica Leofreddi, Fabio Fazio e Gad Lerner. Sarebbero loro i volti ideali in uno spot in favore del non profit. E’ quanto emerge da un’indagine su 996 imprenditori e operatori del sociale, del volontariato e del non profit, realizzata dall’agenzia di pubblicita’ ‘Euro Rscg Mezzano Costantini Mignani’ in occasione del seminario in corso a Milano su ‘Integrazione fra pubblicita’ e relazioni pubbliche per lo sviluppo del non profit”. Il giudizio degli esponenti del volontariato sui mass media e’ severo e inequivocabile: uno su due (49%) li boccia senza appello: ”Non fanno abbastanza per promuovere e tutelare il mondo delle attivita’ no profit e del sociale”. Coloro che invece promuovono a pieni voti tv e giornali sono appena il 20%, mentre gli altri si attengono a giudizi distaccati e moderati. Se la televisione esce con le ossa rotte nel giudizio del non profit italiano, la pubblicita’ se la cava decisamente meglio. ”Spot e testimonial, infatti, non sono solo l’anima del commercio, ma possono diventare anche un grande aiuto per tutti”. Quasi sette intervistati su dieci (65%) non hanno dubbi e ”ricorrerebbero volentieri e subito all’uso di testimonial per promuovere e pubblicizzare la propria attivita”’. Il 23% degli intervistati risponde che ”dipende dal tipo di personaggio”, mentre i contrari sono solo il 10%. Pubblicita’ si’, ma con giudizio, dicono gli esponenti del volontariato. La categoria in assoluto che funzionerebbe di piu’ e’ quella dei bambini (24%). Tengono anche tanto i vip impegnati nel sociale (14%), quanto alcuni personaggi dello spettacolo (10%), a patto che abbiano un’immagine positiva e vicina alle problematiche della gente comune. Gli imprenditori e gli operatori del sociale e del non profit credono nell’efficacia dei mass media come sostegno e aiuto alla propria attivita’: ma quali strumenti o tipologie di comunicazione preferiscono utilizzare? Al primo posto convincono ”gli spot in tv o al cinema”, ritenuti piu’ adatti ad attirare con creativita’ e spettacolarita’ l’attenzione del grande pubblico’ (61%). Segue ”l’informazione giornalistica”, quella affidata agli uffici stampa e agli addetti delle relazioni pubbliche, perche’ ”per il nostro settore -afferma il 49% del campione intervistato- informare permette di spiegare meglio l’attivita’ che portiamo avanti”. Un operatore su tre crede invece nei risultati, in termini di visibilita’, che garantiscono ”le comparsate televisive nei talk show, nei tg e nei magazzini tv” (33%). Buona la fiducia degli operatori del sociale ”nella pubblicita”’ su stampa (26%) e ”nell’affissione pubblicitaria” (25%), tornata negli ultimi anni fortemente in auge. In calo la fiducia nell’efficacia della ”radio” (19%) e flop per le nuove tecnologie: credono nel mezzo Internet solo il 12% degli intervistati ancora ritenuto ”troppo poco capillare e ancora d’elite”. Ma esiste un periodo nel quale la comunicazione sociale risulta piu’ efficace? Secondo gli addetti ”si’ certamente”, e a sorpresa dicono che le ”vacanze estive sono il periodo ideale per fare comunicazione sociale” (29%), perche’ durante le vacanze c’e’ tempo per pensare al di fuori della routine del lavoro, c’e’ piu’ tempo per riflettere e anche per leggere di piu’ i giornali. Il 24% ritiene pero’ che non ci sia un periodo specifico per l’efficacia della comunicazione sociale: ”tutti i periodo dell’anno vanno bene, dipende dal tipo di comunicazione”.


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